PREMESSA: non sono tra quel milione e settecentomila contatti che seguono ogni giorno Radio Maria. Anzi, quando incappo sull’emittente mariana. sterzo la radio su canali più rilassanti. Non amo il tono apologetico e la liturgia perpetua che contraddistinguono le frequenze dedicate alla Vergine. E che hanno accompagnato la mia infanzia. Con nonna Cesarina, donna tutta casa, chiesa e Radio Maria, ascoltavo il rosario, recitavo i Pater et Gloria. Altri tempi, belli, da ripensare con nostalgia, ma trascorsi. La barba è cresciuta, i capelli diradati e la fede fatta grande.

Tuttavia, non me la sento di appoggiare il sito ultra cattolico Pontifex che chiede la testa di padre Livio Fanzaga, voce storica di Radio Maria. Stando al portale, il religioso meriterebbe la scomunica. Con quale capo di accusa? Persisterebbe imperterrito nella promozione del culto della Madonna di Medjugorje, nonostante la Santa Sede non  abbia ancora sciolto le riserve sulle apparizioni. In questo modo il conduttore finirebbe, sempre a detta dei ‘pm’ di Pontifex, per disobbedire al papa.

Per la cronaca, quando scoppiò il caso di Medjugorje, il vescovo di Monstar – la diocesi nella quale sarebbero avvenute le visioni -, si espresse in maniera negativa sulla soprannaturalità del fenomeno. Nel 1991 fu la volta della conferenza episcopale jugoslava che, con la formula ‘non constat de supernaturalitate’, sposò la linea del prelato di Monstar. Adesso la patata bollente è arrivata a Roma: entro l’anno toccherà alla commissione d’inchiesta della Santa Sede, presieduta dal cardinale Camillo Ruini, pronunciarsi sui veggenti. Sarà una sorta di giudizio in Cassazione, nel merito però.

A Medjugorie ci andai da bambino, pochi mesi prima che scoppiasse la guerra nei Balcani. I miei genitori erano curiosi di vedere e ascoltare la voce dei ragazzi in contatto con Maria e io li seguii invogliato dallo slancio di papà e mamma. Purtroppo l’album della memoria ha pochi scatti relativi a quel viaggio. In un’immagine color seppia mi vedo a bocca aperta davanti a Ivan Dragivic che racconta dei suoi dialoghi quotidiani con la Madonna. Di lui rispunta la chioma corvina e la timidezza nuda e cruda. Sento ancora quel pizzico di paura, che provai allora, penetrarmi le ossa. Ma dura poco. Il sentimento che in me prevale oggi si chiama disinteresse.

Attendo senza particolari palpitazioni l’ultima parola della Santa sede sulla veridicità delle apparizioni, sicuro che la mia fede non cambierà di una virgola in caso di giudizio positivo o negativo sulla dimensione soprannaturale del fenomeno. Credo nei miracoli e nei veggenti, ma non ho troppa sete di mistero. Avverto, invece, il bisogno di carità e vicinanza tra gli uomini. Non so perché ma Dio continua a stupirmi nell’ordinario. Ancora non avverto l’urgenza di chiedergli di fare gli straordinari.

Forse i pellegrini che affollano ogni anno il santuario slavo la penseranno diversamente dal sottoscritto. Li rispetto, ci mancherebbe. Ed è per questo che mai mi sognerei di chiedere la scomunica di padre Fanzaga: l’espulsione dalla Chiesa è una misura così drastica e pesante da invocare il suo stralcio dal diritto canonico. Non l’applicherei a nessuno. Nemmeno agli integralisti di Pontifex.

Giovanni Panettiere