L’INTERVISTA RICCARDI: E’ UNA SVOLTA, CON FRANCESCO LA CHIESA E’ PIU’ SIMPATICA

IL FONDATORE DI SANT’EGIDIO: <NON GLI INTERESSANO I GESTI TEATRALI, FA IL VESCOVO>

Articolo pubblicato su Qn (Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione), edizione del 5 ottobre 2013

 

Intervista di Giovanni Panettiere                                                                                                                                                                                                                              

Francesco incontra Francesco: il Papa ha tenuto testa al santo?
«Non solo, pur essendo di epoche diverse, c’è una grande affinità tra i due».
Quale?
«Nell’Italia del XIII secolo, bellicosa, in prima linea nelle crociate, dalla fede imponente come le sue cattedrali, il Poverello ha avuto la forza di portare la Chiesa nelle strade. Oggi Bergoglio ne segue le orme, facendo recuperare simpatia al popolo di Dio». Simpatia. Non teme di usare il termine giusto, e per questo più pericoloso, lo storico Andrea Riccardi (Ansa) nel tessere il filo rosso che scavalla i secoli e lega il primo Pontefice latinos al ricco fatto povero. Così diversi e così capaci entrambi di rilanciare l’immagine del cristianesimo nell’opinione pubblica.
Questa sintonia ritrovata dalla Chiesa con la società non rischia di snaturarne la missione?
«Non è un’eresia, non è una svendita, è evangelizzazione. La stessa Bibbia dice che la prima comunità cristiana godeva della simpatia della gente».
Nella Sala della spoliazione ci si attendeva un gesto forte e, invece, Francesco ha messo al centro la parola, bocciando i cristiani «da pasticceria», quelli senza croce. Il Papa scompagina anche i palinsesti?
«Pure a Lampedusa non ha compiuto nulla di clamoroso. A Bergoglio non interessano i gesti teatrali, per lui quel che conta è comunicare il Vangelo a tutti. Solo così non si consuma».
In questo l’argentino si differenzia da Giovanni Paolo II.
«Wojtyla era un uomo di un’altra epoca. Era un Papa, un principe messianico, il condottiero di un esercito disarmato. Francesco è e vuole essere un vescovo».
Che non esita a rimbrottare i preti: «A volte le omelie sono interminabili, noiose e incomprensibili».
«Come dargli torto. Non a caso Carlo Bo scrisse Supplizio della predica. Spesso i sacerdoti non si preparano prima della messa. E così perdono l’occasione di portare la Parola all’uomo».
Anche ieri il Papa ha lasciato la berlina nei parcheggi vaticani ed è salito all’Eremo delle carceri a bordo di una Panda blu. Sbaglia chi lo accusa di populismo?
«Sono fuori strada. Bernardo di Chiaravalle ricordava a Eugenio III che lui era il successore di Pietro, non di Costantino. Bergoglio non sta smantellando il papato, semplicemente non vuole esercitarlo nella forma del potere».
E in più studia le riforme. Chi non vuole che la Chiesa cambi?
«Esistono larghi spazi di pigrizia.In Curia c’è chi guarda con timore alle mosse del Papa. Ma lui si sta muovendo con prudenza».
La bussola di Francesco si chiama Vaticano II. È per questo che con Eugenio Scalfari non ha esitato a criticare i predecessori per la scarsa ricezione dei documenti del Concilio?
«Il Papa si è reso conto che l’assise non è stata attuata pienamente. Sarà lui a rafforzare il Sinodo dei vescovi, ascoltandoli di più e arginando la mole di documenti inutili che escono dalla Curia».

 

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