E Gesù nacque a Longarone

CHE Gesù sia nato, vissuto, morto lo sanno tutti. A mettere in discussione la storicità di Cristo sono ormai in pochi. La solita sparuta legione di atei militanti e qualche bambino, meno avvezzo alla timidezza e più incline alla curiosità. Che non prende per buono quanto raccontano il prete, la suora, la maestra o l’educatrice. […]

CHE Gesù sia nato, vissuto, morto lo sanno tutti. A mettere in discussione la storicità di Cristo sono ormai in pochi. La solita sparuta legione di atei militanti e qualche bambino, meno avvezzo alla timidezza e più incline alla curiosità. Che non prende per buono quanto raccontano il prete, la suora, la maestra o l’educatrice. No, niente da fare: se non vede, non crede a quel bambinello cresciuto in tutta fretta per offrire la vita all’uomo. Nella sua testolina il racconto resta solo una storia. Bella, per carità, ma della stessa famiglia di quelle su Babbo Natale e la Befana.

Chissà quanti ne avrà incontrati di discoli il parroco di Longarone (Belluno), don Gabriele Bernardi. Piccoli San Tommaso crescono e lui ha deciso di correre ai ripari. Come? Chiedendo al sindaco del paese di firmare un atto di nascita (in fac-simile, ovviamente) del tutto particolare. Stavolta a registrarsi all’ombra delle Dolomiti non è ‘il solito’ Marco Bressan o Antonio Fantin. Nossignore il pargoletto si chiama Gesù ed è figlio di Giuseppe e Maria. Si sentirà parlare di lui da grande!

Originale e simpatica l’iniziativa del prete che, con uno stratagemma educativo,  ha voluto dimostrare la veridicità delle pagine di Matteo e Luca. Peccato che qualcuno l’abbia preso troppo sul serio. Piergiorgio Odifreddi, presidente emerito dell’Unione atei agnostici razionalisti, non gli ha fatto sconti: <Il parroco ha bisogno di uno psichiatra>. Eccessivo. Anche stavolta il matematico ha sfoderato la sciabola e si è lasciato andare. Aggiungendo qualche numero di troppo.

Giovanni Panettiere