La copertina di Charlie Hebdo

DIO CON IL MITRA, VIGNETTA DI CHARLIE HEBDO UN ANNO DOPO LA STRAGE

Articolo pubblicato sul Qn (il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), edizione del 5 gennaio 2016

IRRIVERENTE, libera, dissacrante, la satira di Charlie Hebdo non rinuncia a pungere la religione. A un anno dall’attentato dell’Isis nella sua redazione, in cui vennero massacrate dodici persone, domani la rivista celebra il terribile anniversario con un numero speciale – tiratura un milione di copie – dalla copertina corrosiva: sotto il titolo Un anno dopo-L’assassino ancora in fuga, si staglia l’immagine di un Dio barbuto, con un kalashnikov in spalla. Il tratto è in bianco e nero, con la sola eccezione del rosso del sangue sulla tunica divina.
Il disegnatore Riis, responsabile della redazione, ferito alla spalla durante l’assalto e oggi nel mirino di una fatwa, dedica il suo editoriale all’importanza della laicità e della possibilità di ridere della fede. Il numero speciale ospita anche alcuni disegni dei caricaturisiti deceduti nell’attacco: Charb, Cabu, Walinski, Tignous e Honoré. «Ci sentiamo terribilmente soli, speriamo che anche altri facciano satira – spiega Eric Portheault, il direttore finanziario di Charlie Hebdo, sopravvissuto alla strage nascondendosi sotto una scrivania –. Nessuno vuole unirsi a noi in questa battaglia, con la sola arma della satira, contro i mali del mondo, perché è pericoloso, si può morire facendolo». O comunque si può innescare lo sdegno unanime dei vertici religiosi.

I VESCOVI francesi in un tweet bollano come «provocazione» l’iniziativa della rivista: «È il genere di polemiche di cui la Francia ha bisogno?». Dal canto suo il presidente del Consiglio francese del culto musulmano, Anouar Kbibech, a Le Parisien si dice «ferito» dalla copertina che «colpisce tutti i credenti delle diverse religioni». Fede e satira, provocazione e indignazione. Un copione già visto.
Giovanni Panettiere

Twitter: @panettiereg25

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