Spremuto dalla spremuta: peggio dei caffè di Venezia

Scriviamo, riscriviamo, più o meno giustamente (mah sì…) ci si indigna per la mezza truffa consumata ai danni di un gruppo di turisti a Venezia che hanno pagato 100 euro per 4 caffì e tre amari in un bar di prestigio, seduti al tavolino, con musica dal vivo, in piazza San Marco a Venezia. E allora […]

Scriviamo, riscriviamo, più o meno giustamente (mah sì…) ci si indigna per la mezza truffa consumata ai danni di un gruppo di turisti a Venezia che hanno pagato 100 euro per 4 caffì e tre amari in un bar di prestigio, seduti al tavolino, con musica dal vivo, in piazza San Marco a Venezia.

E allora voglio raccontarvi cosa mi è successo recentemente a Bologna, città già di per sè un po’ meno prestigiosa di Venezia. Il misfatto si è perdipiù consumato in un anonimissimo bar fuori dal vero e proprio centro,  vicino al tribunale.

Come da mia abitudine mattutina, ho ordinato una spremuta d’arancio, non mi sono seduto al tavolino e ho consumato al balcone la mia bevanda e fra l’altro non mi hanno dato neppure uno straccio di arachidi o patatine varie. Prezzo: 5 euro. Cinque euro per spremermi in 30 secondi un’arancia e mezzo che sarà costata si è e no 50 centesimi.

E allora, se tanto mi dà tanto, oso dire che quasi quasi dovrei più indignarmi io. Almeno i turisti di Venezia avevano di fronte il panorama più bello del mondo e ascoltavano musica dal vivo, seduti comodi al tavolino. Mi auguro che il lor0 caffè fosse buono: la mia spremuta, fra le altre cose, era tremendamente rancida.

Ps mandatemi via email (massimo.pandolfi@ilcarlino.net)  i vostri racconti di truffe del genere subite al bar o al ristorante (se si cita il nome del ristorante è d’obbligo però allegare lo scontrino)