Il padre e i parenti di Simone Guidi, un 25enne morto neanche due mesi fa in un  incidente stradale nel Ferrarese, protestano: ‘la persona che lo ha ucciso in auto ha 80 anni ed è già alla guida’. Ecco un mio commento sul carlino in edicola oggi, mercoledì 21 dicembre 2011.

 

NELLE SETTIMANE scorse un mio amico — lo chiameremo Gianni — è stato sottoposto al controllo con l’etilometro al ritorno da una cena: il suo tasso alcolico era di 0,7, cioè 0,2 più del consentito. Gli hanno ritirato la patente e per 4 mesi non potrà guidare l’auto. Lo seguivo con la mia vettura e posso assicurarvi che la sua guida era assolutamente regolare. Cioè: sembrava tutto fuorchè un pericolo pubblico. Ma Gianni ha sbagliato e, come è giusto che sia, paga: le regole vanno rispettate.
La storia di Gianni stride però tremendamente con quella che andiamo a raccontare qui a fianco; intendiamoci, il signore di 80 anni — lo chiameremo Filippo — non era ubriaco e sicuramente un ruolo decisivo lo ha avuto la fatalità. E qui non vogliamo neppure indirettamente prendere di mira le persone non più giovani che si mettono al volante; il ‘dagli all’anziano’ che guida è un’operazione odiosa.
Però un dato di fatto c’è: Gianni (non importa l’età) ha bevuto un bicchiere di troppo, sì, ma non ha fatto male a una mosca. Eppure per quattro mesi resterà senza auto. Filippo (non importà l’età) ha speronato due vetture e un ragazzo di 25 anni è morto. Eppure Filippo, neanche due mesi dopo, guida. Scusate, ma i conti non tornano.