Premi pubblici facili, lo stupore di chi non si stupisce

Prosegue sul Carlino la nostra inchiesta relativa ai premi facili che la Regione Emilia Romagna concede ai propri dirigenti: premi che si aggiungono agli stipendi e che arrivano anche a 30mila euro all’anno. Sul Carlino in edicola venerdì 30 marzo raccontiamo la storia di un dirigente, Claudio Miccoli, che nel 2009 era stato diffidato dalla […]

Prosegue sul Carlino la nostra inchiesta relativa ai premi facili che la Regione Emilia Romagna concede ai propri dirigenti: premi che si aggiungono agli stipendi e che arrivano anche a 30mila euro all’anno. Sul Carlino in edicola venerdì 30 marzo raccontiamo la storia di un dirigente, Claudio Miccoli, che nel 2009 era stato diffidato dalla Regione stessa perchè aveva violato una legge regionale che vieta di avere doppi incarichi. Eppure, nonostante ciò, anche in quell’anno Miccoli ha ricevuto un premio. Qui si seguito il commento che ho scritto su questa storia dei premi facili.

 

IL MIO COMMENTO.

Il pasticciaccio del dirigente regionale dell’Emilia Romagna diffidato e comunque premiato, è l’ennesima dimostrazione di ciò che andiamo scrivendo da giorni: e cioè che questi premi sono tutto fuorchè dei premi. Tanti lettori ci scrivono indignati nello scoprire che certi signori intascano ogni anno anche più di 30mila euro lordi perché (esempio) hanno il compito di organizzare bene il loro ufficio. Ma allora, scusate, i 100mila euro di stipendio ordinario che intascano, per quale motivo vengono pagati? Perché l’ufficio lo organizzino male?

Fossero soldi privati, beh, affari dei privati, ma quelli (milioni e milioni di euro) sono soldi pubblici, cioè nostri, e allora è comprensibile che ai cittadini girino fortemente le scatole, anche perchè tanti di loro 30mila euro all’anno se li sognano come stipendio, figuriamoci come premio.

La cosa che ci stupisce di più è — scusate il gioco di parole — lo stupore con cui i politici reagiscono al nostro stupore. Per loro è sempre tutto normale, è la legge, dipende da Roma, eccetera eccetera. Il solito bla-bla-bla. E’ questo comportamento che sta provocando una frattura sempre più lacerante fra chi amministra vivendo fra le nuvole e la gente comune.

E allora: si muovano i nostri governanti e governatori, si diano da fare per rompere questo circolo viziato e vizioso, sempre più offensivo verso chi lavora giorno e sera e fatica ad arrivare alla fine del mese.

massimo.pandolfi@ilcarlino.net