Persone in coma a casa. Con la telemedicina

  Una sperimentazione unica in Europa. E che ha messo insieme i massimi livelli tecnologici e assistenziali per migliorare la vita delle persone in condizioni di massima disabilità e delle loro famiglie. Verrà così presentato a Crotone da scienziati e giuristi, da esponenti dell’associazionismo e da una madrina d’eccezione, sabato mattina alle 10 presso l’Istituto […]

 

Una sperimentazione unica in Europa. E che ha messo insieme i massimi livelli tecnologici e assistenziali per migliorare la vita delle persone in condizioni di massima disabilità e delle loro famiglie. Verrà così presentato a Crotone da scienziati e giuristi, da esponenti dell’associazionismo e da una madrina d’eccezione, sabato mattina alle 10 presso l’Istituto Sant’Anna, in località Poggio Pudano, al km 243 della s.s. 106, il “Progetto Oberon” (dal nome del re delle fate nella letteratura medievale e rinascimentale), realizzato dallo stesso Istituto Sant’Anna con la Regione Calabria e la collaborazione di tutte le Aziende sanitarie provinciali regionali, grazie alle risorse che nel maggio 2010 sono state messe a disposizione dal ministero della Salute per finanziare gli «obiettivi di carattere prioritario e rilievo nazionale».

L’obiettivo del Progetto è costruire il più efficace modello assistenziale possibile per le persone in stato vegetativo o di minima coscienza, ma anche soddisfare senza ulteriori spese l’intero fabbisogno calabrese di posti letto dedicati a queste patologie e mantenere l’Istituto Sant’Anna (prima struttura ospedaliera che nel nostro Paese ha reso operativi reparti specifici per stati vegetativi e di minima coscienza) un punto di riferimento della comunità scientifica internazionale per le sue applicazioni d’avanguardia.

Il “Progetto Oberon” segue dunque due strade parallele. Da una parte andando a migliorare gli attuali protocolli d’intervento clinico, utilizzando ad esempio il monitoraggio sistematico e continuo dei parametri biomedici. E dall’altra, soprattutto, seguire in casa loro le persone in stato vegetativi e di minima coscienza attraverso servizi di telemedicina, oltre che prendersene cura attraverso un’équipe altamente specializzata proprio nell’assistenza domiciliare integrata.

«È un Progetto che coniuga complessivamente, eppure in modo straordinariamente articolato, la cura della persona malata con la tecnologia e il risparmio», spiega Giovanni Pugliese, direttore dell’Istituto. «Stiamo operando per accrescere le professionalità del personale sanitario che si occupa delle persone in stato vegetativo e di minima coscienza – aggiunge Giuliano Dolce, direttore scientifico del Sant’Anna e membro della Europeean task force on vegetative state – e per sfruttare al massimo le competenze che abbiamo sviluppato in dodici anni col nostro Centro ad alta tecnologia di ricerca avanzata in neuroriabilitazione».