«Abbiamo le primarie nel nostro Dna» dicono tanti democratici in queste ore. E allora, poche storie: fatele anche per il dopo Errani queste benedette primarie.
Inventate 9 anni fa per promuovere Romano Prodi a grande capo dell’Ulivo, poi trasferite con indiscutibile successo un po’ a tutti i livelli centrali e periferici, negli ultimi mesi queste pre-consultazioni popolari hanno subito un rallenatamento: a volte si indicono, altre volte no.
E allora: visto che il caso di cui si parla in questi giorni è perlomeno scottante (un governatore che si dimette dopo 15 anni perchè condannato dalla giustizia non è una cosuccia qualunque) il parere del popolo Pd ci pare decisivo. O comunque: se davvero il Pd le ha nel sangue le primarie, non si capisce il motivo per cui si potrebbe ‘saltare’ questo giro. E non c’ è ‘candidato condiviso‘ (dai potenti) che tenga. Ridicolo chiamare il popolo a raccolta a Forlimpopoli e alzare spallucce e far finta di nulla a Bologna. Sacrosanta l’accelerazione richiesta ieri: le primarie o si fanno o si rottamano. Per sempre.