I politici italiani nel 90 per cento dei casi _ quando si parla di poltrone e quattrini _ sono indifendibili. Ma, in generale, sta prendendo un brutto andazzo anche la qualunquestica moda italica di voler impoverire, e di brutto, i nostri rappresentanti politici.

Mi spiego con un esempio di queste ore: Parma dà l’addio al super assessore al bilancio perchè il suddetto assessore al bilancio ha deciso di tornare alla sua vecchia attività che gli consentiva un guadagno molto maggiore.

Parliamoci chiaro: tutti noi portiamo famiglia e fare discorsi e retoriche sulla politica come missione eccetera eccetera vale sempre moltissimo finchè si parla degli altri e non si tocca il proprio portafogli.

Ma chi glielo fa fare ad un notaio che guadagna decine di migliaia di euro al mese di candidarsi per un Movimento Cinque Stelle a caso, andare a Roma e intascare un quinto, un sesto, o un settimo di ciò che incasserebbe con la sua vera attività? Chi glielo spiega a sua moglie che per quest’anno non sarà possibile andare per un mese a Miami?

Provocazione a parte, credo che ci sia un rischio reale in questo ragionamento che per buona parte è giusto e sacrosanto (i politici sono troppi e guadagnano troppo) ma che se ancora esasperato rischia di creare una categoria di ex discoccupati o poveri cristi che entrano in Parlamento e ci guadagnano comunque, ma in questo modo dal Palazzo restano lontanissimi personalità che potrebbero dare un apporto importante alla causa. I ricchi, cioè, scappano dalla politica. E fra i ricchi potrebbero esserci politici bravissimi.

E allora: riduciamo drasticamente il numero dei parlamentari e paghiamoli bene. tagliamo drasticamente gli stipendi dei consiglieri regionali (vero scandalo italiano), tagliamo pure le Province e magari diamo più soldi a sindaci e assessori comunali che spesso si fanno un mazzo così, hanno enormi responsabilità, rischiano la galera e nei comuni non giganteschi guadagnano come un ragioniere.