E’ Europa, ma è un po’ Africa. Fa sempre caldo (o comunque non fa mai freddo), ed è l’unico posto d’Europa dove fa sempre caldo (o comunque mai freddo). Chi abita lì (quasi un milione di anime) in teoria è spagnolo. Ma a questa gente non piace troppo definirsi spagnola. Si chiamano canari, da Canarie, l’arcipelogo delle sette isole, il mezzo paradiso fiscale, turistico, climatico e aggiungeteci quello che volete. E’ l’arcipelago che negli ultimi dieci anni è stato preso d’assalto dagli italiani.
Sono stato a Gran Canaria dieci giorni, spinto dalla curiosità e anche dai racconti entusiastici di amici che ci sono andati, riandati e che ora hanno addirittura deciso di rimanerci a vivere. Per sempre, un po’ canari un po’ italiani. Uno di questi amici continuerà a lavorarare in Italia, però pc, skipe e tecnologia fanno miracoli e dalla sua finestra sull’Atlatico potrà continuare la sua attività a Bologna. Quasi a dire: lavorare a Bologna, dormire a Gran Canaria. Una chiccheria.
I dati ufficiali parlano chiaro: nel 2009 erano 11.174 gli italiani che avevano la residenza lì a due passi dalla costa africana. Ora sono 17mila. Più di mille italiani all’anno stanno diventando canari. E se ci aggiungiamo quelli che stanno pensando di farlo o che comunque già ci passano diversi mesi all’anno nell’arcipelago che fiancheggia il Marocco, beh, il numero va moltiplicato almeno per dieci.
A Gran Canaria (che non sono tutte le Canarie, ma è solo una delle sette isole) ci vanno a svernare i pensionati, anche perchè da queste parti i pensionati hanno la possibilità di intascare il loro ‘stipendio’ al lordo delle folli ritenute italiane. Ma non ci sono solo i vecchietti da queste parti. L’incoerente bellezza di quest’isola _ dove si confondono maxi-centri commerciali anche a quattro piani, se volete anche un po’ squallidi, tipo anni Settanta italiani, stile Pinarella –  a meravigliose villette bungalow, quando attraversi Maspalomas o arrivi a Puerto de Mogan- é che trovi tutto e il contrario di tutto.  Luoghi e persone. Pinarelle e resort di lusso. Vecchietti e ragazzi. ventenni squattrinati che arrivano qua in cerca di un futuro, cercano un lavoro (e finiscono per trovarlo, anche se il tasso di disoccupazione è superiore al 30%), si prendono una casetta in affitto con piscina in comune, spendono 500 euro al mese, condominio compreso, non c’è bisogno di riscaldamento, cappotti o maglioni pesanti, perchè qua il freddo non si sa proprio che cosa sia.
I vecchietti, i ragazzi, ma anche i 40enni, cioè i nuovi veri conquistatori di Gran Canaria. Quelli che si sono stancati del tiri-tera italiano e in attesa che un Renzi o un altro cambino finalmente questo tiri-tera, hanno detto basta. E sono qua. Come quel mio amico che lavora a Bologna e dorme a Gran Canaria.
Qua la vita costa poco, o comunque il giusto. L’Iva è al 7%, per un litro di benzina e diesel spendi 1 euro, se costruisci un’ attività e dai puliti al tuo dipendente mille euro, questo dipendente ti costa 1200 euro, non 2mila come in Italia. E allora riesco a capire perchè nel minuscolo ma vivo e frizzante ‘L’italiano cafè’ del mega centro commerciale Yumbo, 10 metri quadrati, 10 tavoli fuori, lavorano 9 (nove!) persone e i conti tornano, dalle 9 del mattino all’1,30 di notte. L’ha inventato nel 2010 un catanese che ha vissuto per più di dieci anni a Bologna questo bar. In Italia faceva l’agente immobiliare. Era un signor agente immobiliare, Ma aveva capito tutto. E cioè che il mercato sarebbe crollato. E non si è voluto far travolgere dalle macerie. Ed è andato lì, al sole di Gran Canaria, dove non si muore mai. Nè di caldo nè di freddo.
Si sta sempre bene, tutto l’anno.