Da che mondo è mondo,  la politica dovrebbe vivere in mezzo ai cittadini, capire le loro esigenze, interpretarle e legiferare in tal senso. Invece più passa il tempo e più questi politici vivono in un’ampolla di vetro, o se volete sulla luna. 

Per capirci ancora meglio: si fanno le leggi per loro e poi, eventualmente,  le ‘passano’ ai sudditi, cioè i cittadini. Fanno quindi tutto esattamente a rovescio.

Mi riferisco, ultimo esempio, alla decisione della Camera di pagare le cure ai conviventi (gay)  dei deputati. L’onorevole Ivan Scalfarotto ha chiesto l’estensione della previdenza al suo compagno Federico e la Camera ha approvato, consentendo ovviamente ciò anche a tutti gli altri deputati che eventualmente dovessero presentare un’istanza simile.

Non voglio minimamente entrare sul contenuto della richiesta, ma semplicemente sulla forma. Va detto che ciò che è da ieri è consentito ai deputati, non è possibile alla gente comune. Quindi: è un privilegio di Palazzo. Se Scalfarotto anzichè onorevole fosse un den tista, non potrebbe avere le cure per il suo compagno e quindi c’è qualcosa che nom quadra.

Giusta o sbagliata che sia, questa possibilità o va data a tutti (dentisti e onorevoli…) o a nessuno. Incece la politica italiana fa tutto al contrario: prima si fa le leggi per sè, poi eventualmente le estende ai cittadini. Assurdo