In questi giorni è uscita una curiosa notizia: nove persone (ragazzi, giovanissimi) sono stati denunciati per oltraggio e vilipendio al presidente della Repubblica. QUalche anno fa, nei tragici e tormentati giorni della vicenda Eluana Englaro, alcuni di loro formarono o commentarono su facebook dei gruppi ‘Io odio Giorgio Napolitano’ e ‘Sospendiamo la’alimentazione a Giorgio Napolitano’.
Prima considerazione: Eluana Englaro è morta più di 4 anni fa, il 9 febbraio 2009. In quei giorni, in rete, ci furono decine, centinaia, migliaia, forse milioni di messaggi pro e contro Napolitano, alcuni soft ma la maggior parte durissimi, come sempre succede in rete.
Pensare che la giustizia italiana (polizia postale più magistratura) impieghi più di 4 anni per identificare e denunciare 9 persone (e le altre decine, centinaia, migliaia, milioni?) è davvero sconcertante e ti fa cadere le braccia.
Ma qui voglio raccontarvi un’altra storiella. Io conosco una di queste nove persone denunciate. E’ un ragazzo buono come un pane, ma potete anche non credermi e considerarmi di parte, per carità. Legittimo. Ma è il metodo utilizzato per denunciarlo che mi fa paura e mi fa davvero pensare di vivere in uno stato disumano, in uno stato di polizia.
Allora, sei mesi fa (tre anni e mezzo dopo la morte di Eluana e quindi tre anni e mezzo dopo quei commenti anti Napolitano su facebook) all’alba è suonato il campanello a casa dei genitori di questo ragazzo, che chiamerò Tizio. Tizio, studente universitario,  ora vive e dorme a una sessantina di chilometri da casa dei genitori. La mamma e il papà di Tizio si sono svegliati, preoccupatissimi: hanno aperto la porta e si sono trovati di fronte i poliziotti postali. ‘Siamo qui per Tizio’ hanno detto gli agenti. Secondo voi, cosa pensa un genitore che si trova di fronte un poliziotto all’alba che gli dice ‘Siamo qui per vostro figlio’ e il loro figlio non è a casa che dorme? Il cuore batte a centomila, per fortuna l’equivoco si chiarisce in pochi secondi: ‘tranquilli, a Tizio non è successo nulla, dobbiamo perquisire la sua stanza’), ma in quei pochi secondi uno rischia forse di perdere vent’anni di vita, o no? Ai genitori sorge però un nuovo sospetto: ‘Ma cosa avrà combinato nostro figlio? Si sarà messo nei guai? Droga, crimini, o chissà cosa? Impossibile: è così bravo Tizio’). Nuova ‘rassicurazione’ (si fa per dire) dei poliziotti: dobbiamo sequestrare il pc. Alla fine la verità, e cioè questa storia vecchia come il cucco del vero o presunto vilipendio a Napolitano.
Io non sto qui a discutere sulla legittimità o meno dell’inchiesta (anche se dico che su internet se ne leggono talmente tante che a volte forse bisognerebbe sorvolare: e magari ci sono cose più importanti da sbrigare negli uffici giudiziari. Ma questo è il mio modestissimo parere, magari anche sbagliato), ma sto a discutere sul blitz mattutino, anzi all’alba. E non do neppure la colpa ai poliziotti che probabilmente hanno eseguito un ordine: do la colpa a un sistema a volte disumano e tritacarne che crea situazioni del genere. Cosa sarebbe successo se il blitz fosse avvenuto tre ore dopo, alle nove del mattino, o magari all’ora di pranzo? NUlla. Quali… inconfessabili prove sarebbero state bruciate da Tizio o chi per lui? Non prendiamoci in giro, per favore. La verità è che questo mecanismo tritacarne di cui sopra funziona così: il magistrato si trova sul suo tavolo trecento cartelle, ad un certo punto, un certo giorno a una certa ora, prende una decisione (anche se la storia è stravecchia e ormai non può succedere nulla che possa inquinare o alterare le prove) e scatena il ‘mostro’. Perquizione all’alba. Perquisizione, dimenticavo, che fra l’altro è stata fatta in contemporanea anche a casa di Tizio, dove dormiva, e per fortuna che Tizio quel giorno non era di turno in una struttura pubblica dove fa tirocinio, altrimenti vai a spiegare ai tuoi superiori che non hai rubato, ucciso o spacciato. Un poliziotto che ti porta in questura rischia di sputtanarti, se non a vita, quasi.
Questa è la prassi, mi direte voi e purtroppo ne succedono anche delle peggio. E’ vero, lo so. Posso però dire che questa prassi mi fa un po’ schifo e che vorrei un paese un po’ più normale e meno disumano?