Resto dell’avviso che l’abolizione dell’Imu sulla prima casa sia una battaglia di civiltà da portare avanti. I proprietari di un’abitazione fanno i sacrifici per una vita, vogliono costruirsi un appartamento, che fra l’altro nella stragrande maggioranza dei casi è di proprietà, causa mutuo, di una banca (a proposito, perchè allora non la facciamo pagare alle banche l’Imu?). Chiusa la parentesi: tassare e tartassare sulla prima casa è un insulto al buonsenso.  

Detto questo, resto però dell’avviso che nella vita sia importante essere seri e non prendere in giro il prossimo. Quando è nato il nuovo governo Lettta, tutti in coro hanno detto (spinti da Berlusconi): basta Imu.  Avevano fatto male i conti, è evidente: oppure, non sono capaci di tagliare le spese che ancora incancreniscono la vita pubblica e hanno bisogno dei nostri soldi per far quadrare il bilancio. E allora, a parte l’imbarazzante barzalletta di queste settimane sull’Imu sì o no del 24 gennaio (roba da ricorrere alla Corte del buonsenso europeo, se esistesse), si sono inventati Iuc, Tasi e Tari e ci dicono: ‘Avete visto, abbiamo abolito l’Imu?’.

Sì, complimenti: però ci fate pagare una barca di soldi (in più) per rifiuti e compagnia bella. Sembra di essere negli autogrill dell’autostrada con i napoletani che ti fanno il gioco delle tre carte.

Insomma: è una vergognosa presa in giro.

E allora mi piacerebbe se un Enrico letta a casa, si presentasse in diretta tivù agli italiani, chiedesse loro scusa e raccontasse una volta tanto la verità. Cioè: ci siamo sbagliati, non siamo in grado di togliere l’Imu, vi prometto che farò il possibile, ma oggi proprio non ci riesco.

Sarebbe un’ammissione di colpa che personalmente apprezzerei molto di più di questo ridicolo balletto di sigle astruse che ci stanno propinando da mesi.  

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