Imu, Tasi, Tarsu, tares. Siamo tutti stanchi di queste tasse, ma ancora di più siamo stanchi di essere presi per i fondelli. Sull’imu stiamo sfiorando il farsesco, sulla Tares ci sono un sacco di contribuenti che devono pagare entro fine mese e ancora non hanno ricevuto le bollette (e se per caso vanno dieci giorni in montagna e non aprono la buchetta della posta che succede, li multiamo?).
Più che le cifre da pagare (comunque sempre troppo alte) è il metodo che ci fa arrabbiare. Perchè se il servizio dato in cambio fosse adeguato, uno si metterebbe anche l’anima in pace (all’insegna del ‘ne vale la pena’) ma qui stanno continuando a dissanguarci e non si capisce dove poi vadano a finire tutti questi soldi che gli enti pubblici (anche locali, sì, anche loro che piangono sempre) incassano ma che evidentemente sperperano (un assessore comunale di Reggio Emilia si è fatto rimborsare il viaggio per andare a un convegno che aveva come tema: ‘Incentivate l’uso delle scale’ – al posto dell’ascensore _. Ma per piacere…)
Oggi oggi però voglio parlarvi di un fatto che mi è capitato proprio ieri, fotocopia esatta di una storia capitatami dieci anni fa e per la quale penso che migliaia-milioni di italiani possano immedesimarsi.
Ho la patente di guida in scadenza (14 gennaio). Sono andato in un ufficio Aci (da socio, ho diritto a uno sconto del 20%) e mi sono messo in fila in attesa del medico. Ero l’ultimo della fila. Prima di me 18 persone. All’arrivo, ho pagato alle impiegate 75 euro (25 di tassa fissa, 50 per la visita medica).
Ecco, parliamo di qeusta visita medica.  Dunque, il medico è arrivato fra le 18,35 e le 18,40 e a quell’ora ha iniziato a chiamare la gente in fila. Diciotto, come detto, prima di me. Io (ore 19,20 in punto) ero già fuori dallo studio, dove sono rimasto esattamente 1 minuto e quindici secondi. 50 euro per un minuto e quindici secondi e potete immaginarvi la visita che mi è stata fatta. Abile e arruolato, comunque (e ovviamente; in fondo è un sistema legalizzato di mazzetta).
In quaranta minuti, sono state rinnovate dal medico 19 patenti (meno di due minuti a rinnovo, compreso l’ingresso e l’uscita dallo studio), per un incasso complessivo di 1425 euro  (950 euro per il medico: beato lui se vanno tutte nel suo conto corrente). E attenzione: non voglio mettere in croce quell’ufficio e quel medico, mi risulta che funzioni così ovunque e magari raccontatemi anche voi lettori se vi sono capitate storie simili (immagino di sì, temo). 
Ecco, è questa l’Italia ipocrita e sbagliata da rifare. Non sono i sacrifici che ci fanno paura. Possono anche spolparci, se serve. Ma questi non sono sacrifici, questa roba qui non vuol dire spolparti (cosa volete che siano 75 euro ogni dieci anni…), vuol dire essere presi in giro. E ci siamo un po’ rotti le scatole di essere presi in giro.