Un mio articolo su Il Resto del Carlino di giovedì 30 agosto 2012.

Una poetessa brasiliana, Cecilia Meireles, scriveva: «Se hai sbagliato, chiedi scusa». Banale sì, ma non troppo.
Sarebbe bello se a Ferrara qualcuno chiedesse scusa ad Albersano Ravani, un noto industriale locale che poco più di un anno fa fu arrestato e piantonato in ospedale con l’accusa di aver ucciso la moglie, a Lido degli Estensi. Si disse che la donna venne uccisa con una coltellata alla gola e si disse anche che il marito cercò poi a sua volta di uccidersi, preso dal rimorso. Niente di tutto ciò si è rivelato vero: la donna morì per un malore, l’uomo tentò il suicidio semplicemente perchè aveva appena perso la compagna della sua vita. La verità vera l’ha ammessa lo stesso magistrato ferrarese che a suo tempo ordinò di fermare l’uomo e che ora ha chiesto l’archiviazione del caso.
Un abbaglio, evidente. Capita, purtroppo, perchè nessuno è perfetto e quando si lavora l’errore è dietro l’angolo: per un medico legale come per un ortolano, per un poliziotto come per un insegnante, per un pm come per un giornalista. Detto questo, ci piacerebbe tanto, però, se qualcuno prendesse carta e penna e scrivesse due righe al signor Albersano Ravani, un uomo stanco, anziano e malato. Lo faccia pure lontano da telecamere, riflettori, giornali: non è affatto obbligato a far sapere la cosa a noi scribacchini ficcanaso. Basta una parola: «scusa». Nessuna ammissione di chissà quale colpa, ma una sorta di carezza per il gesto più saggio e nobile di questo mondo.