I nuovi furti legalizzati

Questa è la storia vissuta di una ‘dittatura’ camuffata e apparentemente nobile, gentile. E’ la ‘dittatura’della finanza, delle banche, di un sistema economico che ha mandato in tilt i nostri cervelli e nemmeno ce ne rendiamo conto. E’ una storia banalissima ma, credo,  significativa. Mi è successo questo: una sera esco di casa per fare […]

Questa è la storia vissuta di una ‘dittatura’ camuffata e apparentemente nobile, gentile. E’ la ‘dittatura’della finanza, delle banche, di un sistema economico che ha mandato in tilt i nostri cervelli e nemmeno ce ne rendiamo conto.

E’ una storia banalissima ma, credo,  significativa. Mi è successo questo: una sera esco di casa per fare bancomat, scelgo uno sportello che non è della mia banca, prelevo (o almeno: cerco di prelevare) 250 euro, l’operazione sembra perfettamente riuscita, mi viene restituita la tessera, ma le banconote non escono.

La mattina successiva accendo il computer e controllo il mio conto corrente bancario: mi erano stati addebitati quei 250 euro che io non ho mai ricevuto.

A casa mia questa roba qui si chiama furto.

Vado in banca, chiedo spiegazione, mi fanno parlare con la direttrice (gentilissima) e io cado nella trappola di questa ‘dittatura’ camuffata, apparentemente nobile e gentile. Cioè: lei ammette che lo sportello bancomat si è guastato, ma anziché darmi la mano (e nella mano mettermi i miei 250 euro, chiedendomi scusa) mi comincia a parlare di una procedura che devo seguire e di una richiesta di rimborso che deve partire dalla mia banca di Forlì (mentre lo sportello guasto è a Bologna).

Quindi, in teoria, io sarei dovuto andare a Forlì, firmare delle carte per riavere dei soldi che mi erano stati rubati (sì, rubati: anche se non in malafede. Fortuna vuole che conosco bene i dipendenti della banca di Forlì e (ammissione di reato…) questi bancari hanno compilato loro i moduli a mio nome ed espletata questa pratica, risparmiandomi i 150 chilometri di andata e ritorno Bologna-Forlì.

I soldi, dopo un paio di giorni, mi sono stati restituiti nel conto corrente (e ci sarebbe mancato altro!)

Ma lancio una provocazione: se un domani mi dovesse ricapitare un fatto del genere, torno in banca (perché un guasto ci può stare, intendiamoci), ma se questi signori non mi ridanno in due secondi i soldi che mi sono stati rubati (ribadisco: rubati) vado in Questura e li denuncio per furto.