Il caso Ivan Forte sta diventando la barzelletta di Reggio Emilia, d’Italia, forse del mondo: ma purtroppo c’è poco da ridere. Ivan Forte è quel signore che nell’aprile del 2012 strangolò sua moglie. Non ci sono dubbi sulla sua colpevolezza: ha confessato.

Però sei mesi fa una maldestra dimenticanza di un giudice ha fatto sì che Forte fosse scarcerato. Da allora è è un uomo libero. Ed è libero anche dopo la sentenza di primo grado che lo ha condannato, col rito abbreviato, a 20 anni di carcere. Probabilmente resterà un uomo libero per almeno altri 135 giorni, perchè…

Ma perchè secondo voi? Io non l’ho ancora capito.

Quello che mi sconvolge, ci sconvolge, sono le spiegazioni da nomenclatura e fuori dalla realtà che vengono date dai vertici del tribunale di Reggio di fronte a questa colossale follia che impedisce a un reo confesso di finire per un po’ di anni nel posto giusto, cioè in galera. E questo non è giustizialismo, ma richiesta di ordinaria giustizia.

Il presidente del tribunale stesso, intervistato, ha detto, testuale: ‘Il carcere preventivo dovrebbe essere un’eccezione, per evitare il pericolo di fuga, la reiterazione del reato e l’inquinamento delle prove. E poi non dimentichiamo che in Italia si sta andando verso una limitazione della carcerazione preventiva perchè si continua a dire che troppe persone vanno in carcere prima di essere giudicate’.

Con tutto il rispetto per la classe (e casta) della magistratura: ma cosa sta dicendo quel giudice? Ma si rende conto che qui ci troviamo di fronte a un assassino che ha confessato (non ci sono dubbi), non ad un imputato che potrebbe anche essere innocente e quindi che prima di finire in cella è giusto che sia giudicato?

Questi signori non hanno capito che di fronte a questo caso dovrebbero, una volta tanto, buttare via codici e postille, smetterla di prendersela con i politici che hanno fatto la legge (scusante sempre valida della magistratura quando le cose non vanno) e armarsi della prima e più importante arma che un magistrato dovrebbe sempre avere e cioè  il buonsenso?

E il buonsenso (non il giustizialismo) dice che Ivan Forte deve stare da subito in galera. Qualcosa deve pagare. Adesso, non domani o fra tre mesi. Inventatevi qualcosa, signori magistrati,, ma smettetela, per piacere, di aggiungere barzellette a una vicenda che è già di per sè una colossale barzelletta.