Oggi, sul Carlino, abbiamo raccontato la vicenda del titolare di un centro benessere di Riccione che ha avuto un richiamo formale (diciamo pure un cartellino giallo, usando un gergo calcistico) perchè nella sua attività assume solo donne. La commissione pari opportunità della Provincia di Rimini lo ha…sgridato, rimproverandolo del fatto che in questo modo vengono discriminati gli uomini.
Insomma, un caso di discriminazione alla rovescia, mettiamola così.
E’ buffo scoprire che un Paese moderno si arrocchi ancora su queste posizioni vetuste e fuori da ogni logica, favorito anche da una legislazione divenuta vecchia e obsoleta che in teoria ti ordina, anche se fai un annuncio pubblicitario di ricerca personale, di non fare discriminazione e quindi richiedere un sarto o una sarta, un cameriere o una cameriera, un camionista o una camionista.
Ma scusate tanto: se io sono titolare di un bar e ho bisogno in un certo momento di una brava e bella commessa (oppure di un bravo e bel commesso, oppure di una brutta e brava commessa, oppure di un brutto e bravo commesso), possibile che debba lasciare spazio per forza, anzi per legge, anche al rappresentante dell’altro sesso, uomo o donna che sia? Possibile che non mi sia consentito di assumere chi cavolo mi pare?
Possibile che il titolare di quel centro benessere di Riccione, che evidentemente ha clienti che cercano prestazioni femminili di massaggi e manicure, non possa dire ‘no grazie’ a un uomo che si presenta per chiedere lavoro, senza prendersi un rimbrotto da una talebanissima Commissione delle pari Opportunità?
E possibile che questa commissione non abbia qualcosa di più importante e serio di cui occuparsi?