Senza fiducia è la morte per tutti

Sembra una banalità, ma non lo è affatto: l’Italia, noi italiani, per ripartire abbiamo bisogno di fiducia. Fiducia di noi stessi. Fiducia verso il vicino di casa. Fiducia per le istituzioni. Fiducia per il prossimo, diciamo così per sintetizzare e capirci meglio. Oggi siamo incartati, incastrati: non ci fidiamo più di nulla e di nessuno. […]

Sembra una banalità, ma non lo è affatto: l’Italia, noi italiani, per ripartire abbiamo bisogno di fiducia. Fiducia di noi stessi. Fiducia verso il vicino di casa. Fiducia per le istituzioni. Fiducia per il prossimo, diciamo così per sintetizzare e capirci meglio. Oggi siamo incartati, incastrati: non ci fidiamo più di nulla e di nessuno.

Racconto un banalissimo episodio personale che mi è capitato nelle ultime ore. Apro la buchetta della Posta: è una lettera dell’Enel.  La scarto, comincio a leggerla e mi sento per un attimo un mezzo verme: è un sollecito di pagamento, l’Enel mi accusa di non aver pagato una bolletta di 95 euro scaduta il 25 febbraio e, insomma, mi tratta come un mezzo truffatore, ladro e maningoldo.

Rifletto un attimo, ricordo che ancora _ e non so bene perchè _ la nuova domiciliazione bancaria delle bollette non mi è partita però ricordo perfettamente di aver effettuato on line, il giorno della scadenza, il pagamento di quella bolletta. Accendo il computer, verifico dal mio conto corrente e in effetti risulta tutto regolare: il 25 febbraio ho pagato quei 95 euro.

Rileggo la letteraccia dell’Enel e osservo la data di partenza della missiva: da Roma, 1 marzo. Quindi in tre giorni, l’Enel ha messo in campo un piccolo-grande stato di polizia per verificare se avevo pagato il mio debito e immediatamente mi ha messo in castigo, intimandomi di versare il malloppo. Sbagliando bersaglio, fra l’altro, perchè io sono in regola. Certo, nelle ultimissime righe veniva spiegato che, nel caso avessi già effettuato il pagamento, il sollecito non aveva valore.

Mi spiace, ma non ci sto. Ho alzato il telefono e ho composto il numero verde dell’Enel: una povera ragazza messa lì a fare la macchinetta elettronica e il registratore ha ascoltato il mio sfogo e si è limitata a dire che riferirà il mio reclamo. Sì, perchè io mi sono lamentato dicendo che non si devono più permettere di mandarmi lettere del genere questi signori dell’Enel, o chi per loro. A un certo punto mi è venuta voglia di denunciare l’Enel: per calunnia o non so bene per cosa.

Ciò che mi fa più rabbia è che oramai in Italia _ e questa banalissima storia  che vi ho raccontato ne è un esempio lampante _    sprechiamo tutte le energie fisiche e mentali per controllare e ricontrollare, perchè non ci fidiamo di nessuno. Pensate se i signori dell’Enel, anzichè fare le pulci alla mio bolletta per tre giorni, spedire lettere, eccetera eccetera, avessero utilizzato quel tempo per migliorare il servizio, dare maggiore qualità a tutti noi.

No, invece no. Per chissà quale motivo hanno pensato che io volessi fregarli non pagando la bolletta. Ma se ad ogni angolo vedi un nemico, un qualcuno che vuole truffarti, è la fine.  Non si va da nessuna parte. Ecco uno dei motivi per cui la nostra povera Italietta è ridotta così.