Da Il Resto del Carlino di giovedì 27 settembre

IN EMILIA Romagna (4milioni e mezzo di abitanti), 135.620 persone non hanno i soldi per comprarsi da mangiare. E si fanno aiutare.VANNO a pranzo nelle mense dei poveri, ricevono a casa i pacchi con la spesa. 135mila persone vuol dire il 3 per cento della popolazione dell’intera regione. O se volete, per capirci ancora meglio, vuol dire più o meno l’intera città di Rimini, che di abitanti ne ha 10mila in più. Questi numeri verranno illustrati nel dettaglio oggi a Bologna dalla Fondazione per la Sussidiarietà (ore 17,30, Carisbo, via Farini) e sono disponibili anche provincia per provincia: a Bologna si fanno aiutare 35mila persone, a Ferrara 15mila, a Forlì-Cesena quasi 17mila, a Modena 18mila, a Parma 11mila, a Piacenza 3mila, a Ravenna 17mila, a Reggio Emilia 8mila, a Rimini quasi 9mila. Il valore economico del cibo distribuito a queste 135mila persone è di 24milioni all’anno.
In contemporanea con questi dati, è arrivato anche un disperato appello al premier Montil del Spi-Cgil: in Emilia Romagna la metà dei pensionati (700mila persone) vive sotto la soglia di povertà. Soglia di povertà, per gli esperti, significa: meno di mille euro al mese. Con quei soldi bisogna mangiare, pagare le bollette, magari l’affitto. Per le donne, la media è 625 euro al mese. E siamo in Emilia Romagna, vecchia e presunta terra del Bengodi. E allora stringiamo i denti, pensiamo con ottimismo al futuro, perchè questa maledetta crisi prima o poi dovrà finire. Ma non chiudiamo gli occhi davanti alla realtà, e la realtà di questi numeri è davvero drammatica.
Dietro ogni numero si nasconde, sempre, un uomo: spesso disperato.