ANCHE oggi (martedì 19 gennaio, Ndr) i viaggiatori dell’Oltrepò hanno subito disagi e ritardi a causa degli ennesimi guasti agli impianti di circolazione delle stazioni di Pavia e tra Locate Triulzi e Rogoredo. Ieri siamo giunti a Milano con 60 minuti di ritardo, oggi “solo” 30. La situazione non è più tollerabile. Chiediamo con forza che la Regione e gli organismi preposti facciano sentire la propria voce con Rfi e Trenord.
Simona Vercesi, Stradella (Pavia)

BENTORNATA Simona, verrebbe da dire. E c’è una ragione. Simona Vercesi è da anni uno delle più fedeli e precise corrispondenti. Un po’ di storia di questo lungo rapporto epistolare. Nel mese di luglio del 2003 (dodici anni e mezzo or sono, cara Simona, quanto tempo è passato) ci scriveva per segnalare magagne e disfunzioni sulla linea Pavia-Stradella-Milano e sulla Voghera-Pavia-Milano: le vetture rimaste lerce come nei mesi precedenti, la sparizione della «littorina» Stradellla-Bressana delle 7.27, la quasi totale assenza delle carrozze con l’aria condizionata (solo l’1%). Nel mese di luglio del 2014, Simona aveva invece documentato (con foto molto eloquenti) i lucernari gocciolanti e le vistose pozze d’acqua sui sedili del treno che prende abitualmente, il regionale 2165 Milano Centrale-Arquata Scrivia. Nel mese di agosto dello scorso anno aveva scritto ancora del “suo” 2165, che prima di essere portato al binario di partenza sostava sotto il sole per parecchie ore, con le vetuste carrozze a doppio piano.

ANCHE questa volta ci siamo voluti permettere qualche citazione non perché vogliamo promuovere una raccolta degli scritti di Simona (che pure sarebbe interessante, gli editori facciano un pensierino), ma perché, rilette a distanza di anni, le sue comunicazioni sono una testimonianza importante del malessere pendolare. Un malessere che si traduce a volte in ritardi, altre volte in carrozze sporche, altre ancora in saune sotto il solleone o in viaggi ibernati al gelo.
L’impressione che ricaviamo, quando ci arriva una mail di Simona, è quella della immutabilità, come se la nostra storica corrispondente non viaggiasse attraverso le plaghe Oltrepò, ma si trovasse a viaggiare nel Triangolo delle Bermude, in una dimensione fuori dallo spazio e dal tempo, dove tutto è fisso e cristallizzato.

GLI ANNI si susseguono, le stagioni si rincorrono, i figli dei pendolari crescono, i pendolari approdano alla sospirata pensione. I problemi rimangono, sempre uguali.
Come ogni anno assegniamo, con grande piacere, a Simona Vercesi il Premio Fedeltà alla nostra rubrica. Il premio è meritatissimo, quasi doveroso. Siamo certi che Simona continuerà a scriverci.  Il premio alle ferrovie può aspettare.
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