ANCHE stamattina, come già una decina di volte nel mese, il treno 10802 delle 7.16 da Bergamo ha viaggiato con tutte le sei vetture invase da fumo e da un pesantissimo odore di pastiglie e dischi freno surriscaldati, causando malori, disagi e irritazione tra i viaggiatori. Non sono un medico e quindi ci vado cauto, ma semba che questi miasmi possano perfino configurarsi come tossici. I finestrini sono bloccati, l’impianto di ventilazione aspira poco dall’esterno, il condizionatore è guasto, non c’è la possibilità di alcun ricambio d’aria.
Giuseppe Citterio, Comitato Pendolari Bergamaschi

 

CI SCUSIAMO per prima cosa con l’amico pendolare se pubblichiamo con qualche giorno di ritardo la sua mail, giunta il 28 giugno. Viaggiare per 45 minuti fra i miasmi, comprimendosi il vizo con fazzoletto come se ci si dovesse difendere dal gas, il tutto in una sorta di treno piombato? Impensabile. Il fatto che, nell’arco di un mese, questo scenario da guerra chimica si sia ripetuto una decina di volte, può essere definito, con un eufemismo, inquietante. Nella mail, che siamo stati costretti a sintetizzare per ragioni di spazio, il nostro pendolare ci segnala anche che la situazione è stata più volte segnalata sia dal personale sia dai viaggiatori.

Allarga il campo quando, a proposito della scarsa manutenzione, scrive che il problema non riguarda solo lo sfortunato 10802, ma che «almeno tre convogli, in servizio sulla linea Bergamo-Milano, soffrono da mesi di tale inconveniente; vengono fatti soltanto controlli sporadici e superficiali prima di ogni cosa; un treno in simili condizioni non deve mettersi in viaggio e il capotreno deve poter decidere senza timore di incappare in provvedimenti disciplinari da parte del proprio datore di lavoro (e basta, per favore, con i soliti scaricabarile: “ho segnalato da due mesi l’inconveniente”; “non posso farci nulla”; “se mi dicono di partire, parto”). Qui ne va della salute di centinaia di viaggiatori e dei ferrovieri stessi».E’ detto tutto: un treno in queste condizioni non può e non deve avviarsi.

Citterio chiama in causa più soggetti. Trenord, ovviamente. E non solo. «Mi piacerebbe – scrive – che i sindacati dei ferrovieri denunciassero con forza il grave problema della salubrità dei treni regionali. Invito infine qualche ispettore Asl di buona volontà a farsi un viaggetto sul 10802 e a stilare con cura la relativa relazione. Oltre alla penna, gli consiglio di dotarsi di una maschera antigas di tipo militare».
Da parte nostre l’invito più semplice: signori di Trenord, sindacati, Asl, cercate di intervenire e fatelo senza indugio.
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