Un guasto generico e la serata va in fumo

LA MIA odissea del lunedì nero delle ferrovie lombarde comincia attorno alle 18.30, quando un’amica pendolare mi informa telefonicamente che il regioexp per Lecco delle 17.50 non è ancora partito, c’è una grande confusione in Centrale e non ci sono notizie su quando partiranno i treni per tornare a Lecco. Il sito di Trenord parla […]

LA MIA odissea del lunedì nero delle ferrovie lombarde comincia attorno alle 18.30, quando un’amica pendolare mi informa telefonicamente che il regioexp per Lecco delle 17.50 non è ancora partito, c’è una grande confusione in Centrale e non ci sono notizie su quando partiranno i treni per tornare a Lecco. Il sito di Trenord parla genericamente di un guasto a Greco e ritardi di 60 minuti. Giorgio Dahò, Lecco

TO BE CONTINUED . Continua. Perché quello che avete appena letto, amici pendolari e non, è solo l’inizio della lunga (e a tratti drammatica) mail inviata da Giorgio Dahò sulla serata del 26 gennaio. Due punti, aperte le virgolette, come si insegnava una volta ai cronisti, e riprende il racconto del nostro pendolare: «Risento la mia amica e mi dice che l’assistenza alla clientela consiglia a voce di andare a Sesto, dove forse ci saranno dei treni. Decido di andare a Sesto direttamente, dove arriverò intorno alle 19.20. Intanto informo mia figlia, che avrebbe preso il mio stesso treno, di andare là direttamente. I pannelli indicano enormi ritardi e cancellazioni e non esiste la minima forma di assistenza. Vedo un treno partire (mi diranno poi che si trattava di un Bergamo) semivuoto, senza alcun tipo di annuncio. C’è molta gente, ma non è nulla in confronto a quanta ce ne sarà di lì a pochi minuti. Sento al telefono gli amici pendolari che si stanno spostando dalla Centrale e da Garibaldi verso Sesto e capisco che la vera ondata sta arrivando solo ora perché, mi dicono, i treni della metro sono strapieni». Alle 19.30 l’annuncio di un treno in partenza per Lecco. I 500 posti a sedere vengono immediatamente occupati. «MIA FIGLIA riesce a salire intorno alle 19.45 approfittando della sua piccola corporatura, ma sarà tra gli ultimi saliti su quel treno. Mi dirà poi che c’era una folla enorme nella stazione, nei corridoi e sulle banchine. Sino alle 20, però, a Sesto non partirà e non arriverà alcun treno. In seguito altri pendolari mi confermeranno che in quella mezz’ora a Sesto non vi è stato alcun tipo di assistenza. Finalmente il treno, su cui ci troviamo io e almeno altre 1.500 persone, parte, lasciandone migliaia a terra. Alla partenza un annuncio automatico dice che fermerà solo a Monza e Calolziocorte, mandando in panico almeno metà della gente a bordo. Una sola volta, e quasi impercettibilmente, viene annunciato che avrebbe fatto tutte le fermate. Lunedì sera solo per un miracolo non è successo niente, con tutta quella folla a Sesto lasciata allo sbando. A me tutto sommato è andata bene, ma c’è chi ha preso il taxi (106 euro) e chi ci ha messo quattro ore per tornare a casa».

gabriele.moroni@ilgiorno.net