Invio il racconto di un disservizio clamoroso di cui sono rimasto vittima venerdì sera 30 ottobre a Milano Centrale. Avevo in programma di prendere il treno regionale delle 18.29 in partenza da Milano Centrale per Domodossola. Mi sarei recato ad Arona per una cena con amici. È accompagnato da una riflessione sul servizio ferroviario intensificato per Expo che ora rischia di essere depotenziato.
Massimo Ferrari, Presidente Associazione Utenti del Trasporto Pubblico

«ENTRATO in stazione con una decina di minuti di anticipo, ho notato come non fosse ancora indicato sui monitor il binario di partenza. Un centinaio di persone si erano assiepate in prossimità del tabellone in attesa di informazioni. La stazione era brulicante di folla, essendo venerdì sera, inizio del week end e penultima giornata di Expo. Alcuni treni erano indicati in ritardo, anche a causa di un incidente sulla linea per Pavia che l’altoparlante dava per risolto. Ma del regionale per Domodossola nessuna traccia».
E ancora: «Dopo circa venti minuti, quando ormai le persone in attesa erano almeno raddoppiate fino a costituire una folla di ragguardevoli dimensioni, finalmente esce il numero del binario di partenza: il numero 1. Chi frequenta la Centrale sa che il binario 1 è posto all’estrema sinistra in corrispondenza della via Sammartini e in posizione arretrata di un centinaio di metri rispetto ai binari “normali“. Inoltre, ha un marciapiede strettissimo che lo rende inadeguato a treni molto frequentati. La folla di pendolari per Domodossola si è incamminata di buon passo, ma, arrivata davanti al binario 1 lo ha trovato deserto. Forse non era ancora stato posizionato? Macché: una ragazza, che aveva preceduto il gruppo correndo per prendere posto a sedere, mi ha detto di aver visto il treno partire. Quindi il posizionamento del binario è stato comunicato meno di un minuto prima della partenza del treno stesso. Una beffa feroce per centinaia di persone rimaste appiedate fino alla partenza successiva un’ora più tardi. Mai, in oltre quarant’anni di frequentazione di treni e stazioni in tutto il mondo, mi era capitato di essere vittima di un disservizio simile. Per non mancare all’appuntamento, ho dovuto prendere l’auto parcheggiata, per fortuna, non molto lontano».
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ECCO la riflessione sul dopo-Expo del nostro autorevole corrispondente. «Devo ammettere che è stato fatto un grande sforzo per far fronte all’eccezionale crescita di traffico determinata da Expo. E che anche la Stazione Centrale – come Porta Garibaldi e Cadorna, del resto – hanno fatto il massimo per fronteggiare l’eccezionale afflusso di viaggiatori (pur con qualche “infortunio“ clamoroso come quello di venerdì sera). Adesso che Expo è finita, speriamo che la frequenza del servizio resti adeguata alle esigenze di mobilità di una metropoli come Milano».
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