Troppe luci, troppi negozi. Non è più la mia Garibaldi

DOPO tanti anni (una decina direi) ancora fatico ad abituarmi alla stazione di Porta Garibaldi. Luci abbaglianti, negozi, vetrine. Ogni volta mi pare di essere alla Rinascente. D’accordo, la stazione è bella, moderna, adeguata ai tempi. Però non è più la «mia» stazione. Lasciatemi rimpiangere quella Porta Garibaldi, con le edicole, la farmacia, il bar e […]

DOPO tanti anni (una decina direi) ancora fatico ad abituarmi alla stazione di Porta Garibaldi. Luci abbaglianti, negozi, vetrine. Ogni volta mi pare di essere alla Rinascente. D’accordo, la stazione è bella, moderna, adeguata ai tempi. Però non è più la «mia» stazione. Lasciatemi rimpiangere quella Porta Garibaldi, con le edicole, la farmacia, il bar e un parrucchiere. E niente altro. Claudio, Varese

L’AFFETTO e la nostalgia con cui, caro lettore, ci parla della «sua» stazione di Porta Garibaldi (a distanza di tanti anni dalla radicale trasformazione), ci fa capire quanto le fosse affezionato. Porta Garibaldi è stata la stazione di tanti di noi e tutti la ricordiamo come la ricorda il nostro lettore. Il restyling può non piacere, le luci possono apparire troppo abbaglianti, troppi negozi danno l’idea di essere in un grande shop. Ma come anche Claudio riconosce, tutto questo è al passo con i tempi. È servito per togliere la nostra Porta Garibaldi dalla dimensione di stazione periferica e anche un po’ negletta, destinata al solo traffico pendolare. Qualche cifra, arida ma eloquente, su quelle che furono al tempo le spese sostenute per un anno e mezzo di lavori. Rete Ferroviaria Italiana e Centostazioni investirono 18 milioni di euro. Nell’impianto di illuminazione vennero inseriti 1.300 lampade e 80 led luminosi. Venne creato il «pozzo di luce», con un’apertura di 14 metri per 28, in grado di illuminare il piano interrato. Il collegamento tra i vari livelli, all’interno di questa apertura centrale, era garantito con cinque scale mobili, scale fisse e un ascensore panoramico vetrato. In più, erano stati inseriti 4mila metri quadrati di nuova pavimentazione, 5mila di vetrate, oltre 5mila controsoffitti, 60mila chilogrammi di tubazioni, 70 chilometri di cavi per impianti elettrici. Rimpiangere il passato è un atteggiamento sbagliato, ma le memorie devono essere assolutamente preservate e tenute care. È giusto ricordare la vecchia Porta Garibaldi. Guai a dimenticare una stazione che ha rappresentato un punto di passaggio per studio, lavoro, amicizie, amori, sogni, amarezze. Porta Garibaldi è un vecchio cavallo che ci ha trasportato per tanti anni. E non smette di farlo. Abbellito con nuovi finimenti.

gabriele.moroni@ilgiorno.net