MI CAPITA di rado di viaggiare sui treni regionali. Però, ogni volta che lo faccio, rimango colpita in negativo dalle scritte e dai graffiti che «istoriano» gli interni e a volte anche gli esterni delle carrozze. È possibile che non si riesca a mettere fine a questo malcostume e a frenare l’opera di questi sconsiderati con delle sacrosante multe e anche con qualcosa di più severo? Marta, Milano

E NON si tratta solo di scritte e graffiti, cara lettrice, ma anche di gravi episodi di vandalismo. Tutto questo comporta spese enormi per le ferrovie. Giorni fa un treno nuovo di zecca è stato imbrattato dai writers sulla linea Milano-Gallarate. Oltre al danno economico, il disagio per i passeggeri perché il treno è stato ritirato dal servizio e portato in officina per le operazioni di ripulitura. Attorno alla fine di gennaio due ragazzi hanno preso di mira un convoglio sulla tratta Milano-Laveno, fra Varese e il capolinea. Al grido di «Facciamo il degenero» e «spacchiamo giù tutto», si sono accaniti sugli arredi di una carrozza. Compiuta l’opera, hanno tirato il freno di emergenza e sono fuggiti. Traditi dalla vanità e dalla scarsa lucidità, dopo avere bevuto fino a sbronzarsi, hanno acconsentito a farsi riprendere da un passeggero (che avevano scambiato per un simpatizzante della loro azione) in un video poi finito su internet. Il video ha permesso l’identificazione. Un episodio pesante ma uno dei tanti. Trenord spende ogni anno 8 milioni di euro per riparare i danni, di cui 1,4 milioni soltanto per i graffiti. I dati diffusi all’inizio del 2014 parlano di una media di due atti vandalici al giorno, con punte di cinque o sei nel week end, che in termini di circolazione significa il blocco quotidiano di almeno un treno. Nel 2013 le incursioni criminali, fra danneggiamenti, lancio di oggetti contro i convogli, furti, erano stati 354. In 12 mesi erano state 8.250 le ore di fermo delle carrozzo Trenord. L’ASSESSORE REGIONALE alle Infrastrutture e mobilità, Alessandro Sorte, ha lanciato un grido di allarme e avanzato una proposta: «Ora basta. Occorre un intervento deciso anche del legislatore. Credo sia arrivato il momento di proporre al ministero della Giustizia le eventuali necessarie modifiche al codice penale per aprire le porte a una nuova fattispecie di reato: il danneggiamento ai treni come danneggiamento della cosa pubblica».

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