Se non è il treno è la bici, finiamo sempre appiedati

OGNI GIORNO raggiungo la stazione in treno prima di «imbarcarmi» sul mio treno. In un anno mi hanno rubato due biciclette e una terza è stata smontata e saccheggiata per prelevarne alcuni pezzi. Noi pendolari dobbiamo fare i conti con una vita che non è facile, con i ritardi e i disservizi dei nostri treni, […]

OGNI GIORNO raggiungo la stazione in treno prima di «imbarcarmi» sul mio treno. In un anno mi hanno rubato due biciclette e una terza è stata smontata e saccheggiata per prelevarne alcuni pezzi. Noi pendolari dobbiamo fare i conti con una vita che non è facile, con i ritardi e i disservizi dei nostri treni, ma che ci rubino le bici no. Non siamo ciclisti per vocazione, lo siamo per necessità.

Doriano, pendolare-ciclista

CARO PENDOLARE ciclista (ma la prossima volta indichi, per cortesia, anche la sua città), già prima della sua comunicazione sapevamo che i ladri di biciclette non erano confinati nei nostri ricordi e nei film del neoralismo. Ci viene svelata una figura nuova: il predone, il predatore di biciclette, il saccheggiatore di rastrelliere. Lo spettacolo dei nostri modesti ma utilissimi bicicli (per molti l’unico mezzo non solo di locomozione ma anche di esercizio ginnico per contrastare il vivere sedentario) è quanto di più desolante si possa immaginare: rottami scheletrici, ferrivecchi lasciati ad ammantarsi di ruggine da proprietari appiedati e troppo scoraggiati per raccoglierli. Immaginiamo i ladri in azione, armati di taglierini e tenaglie che ogni giorno o quasi (alla luce del sole, ovviamente, quando i pendolari sono al lavoro) fanno la loro sgradita visita. Prima si appropriano della sella, poi della ruota anteriore, poi ancora del manubrio e del sellino. Si lasciano alle spalle relitti inutilizzabili che i derubati non hanno né voglia né cuore di recuperare.

COME DIFENDERCI dai ladri razziatori? Scartiamo l’ipotesi di annodare un serpente a sonagli attorno al manubrio. Sarebbero capaci di rubare anche quello e di rivenderselo. Escludiamo le ronde. Siamo troppo pochi e troppo stanchi. Si potrebbe collocare un cartello all’ingresso del deposito delle biciclette con una scritta ben visibile: «Ladri, fate attenzione che una volta o l’altra vi prendiamo».

Consoliamoci con qualche escursione. La Fondazione Ferrovie dello Stato organizza quattro itinerari sulle linee secondarie di Lombardia, Toscana, Abruzzo e Sicilia a bordo di locomotive a vapore, diesel ed elettriche, carrozze in legno dei primi del ’900 e «littorine». Il prossimo appuntamento lombardo sarà l’11 maggio in treno a vapore da Milano Lambrate a Iseo. Convogli a bassa velocità per fare ammirare più bellezze e possibilità per i viaggiatori di noleggiare i treni storici per gite «su misura». Informazioni su www.fondazionefs.it.

gabriele.moroni@ilgiorno.net