Ritardi e soppressioni Quel che resta del 2015

UN ANNO dopo sono qui a pormi e a porre la stessa domanda del 2014 e degli anni che l’hanno preceduto. Mi ritrovo davanti al computer a scrivere al Giorno la stessa mail: che cosa devo salvare di questi altri dodici mesi di pendolare? Devo salvare ritardi, soppressioni, soste improvvise e non programmate, arrabbiature e […]

UN ANNO dopo sono qui a pormi e a porre la stessa domanda del 2014 e degli anni che l’hanno preceduto. Mi ritrovo davanti al computer a scrivere al Giorno la stessa mail: che cosa devo salvare di questi altri dodici mesi di pendolare? Devo salvare ritardi, soppressioni, soste improvvise e non programmate, arrabbiature e altre amenità? Come ogni volta arrivo a Capodanno e a ogni Capodanno non so quale risposta darmi. La cerco senza trovarla. Gianfranco, Varese

NO, CARO GIANFRANCO, no. Dopo tanti anni di corrispondenza, dobbiamo dissentire. E te ne spieghiamo le ragioni. Cosa salvare, ti chiedi un po’ sconsolato, del tuo 2015 di utente delle ferrovie lombarde? Ti proponiamo qualche risposta e forse ti troverai d’accordo. Anzitutto, non ci stancheremo mai di citare, ricordare, lodare Carlo Di Napoli e Riccardo Magagnin, i due giovani capitreno selvaggiamente aggrediti con un machete da un gruppo di latinos. Diciamo a Carlo e a Riccardo, una volta di più, il nostro «bravi, bravi ragazzi». Non dimentichiamo lo svecchiamento della flotta ferroviaria regionale. In corso da tempo, quest’anno ha registrato fatti significativi. Poche settimane fa, sono state mandate in pensione le ultime carrozze «Piano Ribassato Serie 38000», le più antiche della flotta Trenord. Il nuovo piano di investimento sostenuto da Regione Lombardia e Gruppo FNM prevede un investimento di 170 milioni di euro per l’acquisto di 18 nuovi treni che entreranno in servizio nel 2017: 10 convogli doppio piano TSR, 4 Vivalto anch’essi a doppio piano, 4 GTW a trazione diesel per le linee non elettrificate. Nel 2016 entreranno in esercizio 12 nuovi Coradia, saranno in tutto 37 entro il 2017. Non male, dobbiamo dire.

E POI, caro Gianfranco, ci sono altre cose, più profonde, che anche tu, in tanti anni di quotidiano pendolarismo, non puoi non avere colto e condiviso. Prova a chiederti quanti tuoi amici sono diventati tali, giorno dopo giorno, stando ognuno seduto sul proprio sedile? Si sale su un treno da sconosciuti, se ne discende da amici. Riflettiamoci: è una grande cosa. Dividere tante ore della propria vita, i disagi e le contrarietà ma anche i momenti belli, la solidarietà, le confidenze. Quel senso senso di fratellanza che è il segnale più evidente che è nata un’amicizia vera. Non possiamo sapere, amici pendolari, che anno sarà i 2016, se migliore o peggiore di quello che l’ha preceduto. Di una cosa siamo sicuri: sarà un anno da vivere. In treno, ovviamente. Se possibile in amicizia, in armonia. E comunque viva i pendolari. (P.S. Lo abbiamo scritto anche l’anno scorso, di questi tempi, ci faranno osservare i nostri lettori di più lunga memoria. E con questo? Lo scriveremo anche fra un anno e un altro ancora: viva i pendolari). gabrielemoroni51@gmail.com