Ricordando Walter Chiari

SE FOSSE ancora fra noi, oggi avrebbe novant’anni, compiuti il 4 marzo. Sarebbe senile, incanutito, finalmente placato. Invece Walter Chiari se n’è andato una sera di dicembre del 1991, nella solitudine di un residence a Niguarda, poche decine di metri quadrati, due stanze più servizi. Era seduto davanti al televisore acceso, quel magico elettrodomestico a […]

SE FOSSE ancora fra noi, oggi avrebbe novant’anni, compiuti il 4 marzo. Sarebbe senile, incanutito, finalmente placato. Invece Walter Chiari se n’è andato una sera di dicembre del 1991, nella solitudine di un residence a Niguarda, poche decine di metri quadrati, due stanze più servizi. Era seduto davanti al televisore acceso, quel magico elettrodomestico a cui doveva molta della sua immensa popolarità. La vita lo aveva abbandonato con un tradimento improvviso, dopo avergli elargito la fama, il benessere, l’amore di splendide donne, qualità artistiche di cui forse neppure lui era consapevole. Doni preziosi e in larga parte dissipati nel corso di una esistenza frenetica, vissuta tutta di corsa. Ci sei mancato, Walter. Ci mancherai.