Quel romanzo in carrozza e i viaggi a nostre…spese

ALCUNI AMICI mi hanno raccontato che negli Stati Uniti chi scrive un romanzo, un libro sui treni, viene fatto viaggiare gratuitamente. È vero? Mi pare piuttosto incredibile. Dopo diversi anni di pendolarismo, ho anch’io, come tanti, viaggiatori e non, il mio romanzo nel cassetto e spero anche di poterlo pubblicare, presto o tardi. Intanto, continuo a […]

ALCUNI AMICI mi hanno raccontato che negli Stati Uniti chi scrive un romanzo, un libro sui treni, viene fatto viaggiare gratuitamente. È vero? Mi pare piuttosto incredibile. Dopo diversi anni di pendolarismo, ho anch’io, come tanti, viaggiatori e non, il mio romanzo nel cassetto e spero anche di poterlo pubblicare, presto o tardi. Intanto, continuo a viaggiare a mie spese. Alessandro, Como

DOPO avere ricevuto la mail del nostro lettore, abbiamo cercato di documentarci. Crediamo che Alessandro si riferisca a una notizia, certamente singolare, uscita verso la fine del 2013. Si tratta di questo. Tutto nasce da una intervista che Alexander Chee, scrittore, poeta, giornalista americano, rilascia a un sito che si chiama Pen America dove dichiara che il luogo in cui, più di tutti, ama scrivere, è il treno. Chee formula anche una proposta ad Amtrak, il sistema ferroviario extraurbano: realizzare sui treni a lunga percorrenza delle vere e proprie residenze per scrittori. Passano pochi giorni e la giornalista freelance Jessica Gross ripropone l’invito ad Amtrak con un tweet, intercettato e rilanciato da Zach Seward, editore del magazine online «Quartz». A questo punto Amtrak prende l’iniziativa invitando Gross e Seward a un «test run», una sorta di viaggio per scrittori sulla tratta Chicago-New York (scusate se è poco). L’esito è positivo, tanto che nel marzo dello scorso anno viene promosso l’«Amtrak Residency for Writers» e prende il via la selezione degli scrittori che parteciperanno al programma. A quelli selezionati verrà assicurato un viaggio di andata e ritorno su una delle quindici linee a lunga percorrenza della Amtrak, in una cabina personalizzata con letto, scrivania, scaffali. Il successo è clamoroso. Piovono ben 16.00 richieste e a fine settembre vengono selezionati 24 eletti. Ci sono scrittori di professione, giornalisti prestigiosi, ma anche un imprenditore con la passione per la scrittura, un illustratore, un poeta e musicista, un ex agente della Cia (in realtà una graziosa signora dall’apparenza per nulla clandestina) e un certo Korey Garibaldi, perché qualunque cosa succeda nel modo un Garibaldi deve comunque esserci. Diventiamo tutti scrittori per viaggiare gratis, magari in una cabina tutta per noi? L’idea è francamente irrealizzabile. Ma niente ci vieta di proporla, in scala decisamente più ridotta, alle nostre ferrovie. Una viaggio di piacere su cui scriveremo ampi resoconti, una novella, una lirica. Potrebbe risvegliarsi da un lungo sonno lo scrittore che dorme in tanti pendolari. gabriele.moroni@ilgiorno.net