SONO pendolare da molti anni e ne ho parecchi davanti a me. Voglio fare una riflessione. Sui giornali si parla spesso di noi pendolari. Mi meraviglia, però, che non siano mai stati scritti libri su di noi, sulla nostra vita, i problemi che siamo costretti ad affrontare ogni giorno. Senza mancare di considerazione per i giornali e per quelli che ci scrivono, un libro è qualcosa che rimane. Ce ne sarebbero di cose da raccontare. Non vorrei essere costretto a scriverlo io, un libro, magari quando andrò in pensione. Marco, Legnano

PERCHÉ no, caro Marco? Ma non attendere il pensionamento. Ti dobbiamo dire che la letteratura sui pendolari, anche se non copiosa, non è del tutto assente. Citiamo qualche titolo, scusandoci delle inevitabili omissioni. Anni fa Cesare Carbonari, portavoce della linea Torino-Milano, ha pubblicato «Pendolari», ottata pagine di testo e foto. Carbonari raccontava anche di come avesse trovato l’editore. In treno, naturalmente. Ovviamente un pendolare. Nel 2010 Maria Lorena Arpesella, viaggiatrice da Magenta a Milano, sulla tormentata linea Novara-Milano, ha rispolverato i suoi diari e scritto «L’ABC del pendolare», pubblicato dalla libreria editrice La Memoria del tempo. Nel 2011 Lorenzo Franzetti, giornalista e pendolare da Angera a Milano, ha mandato in libreria con l’editore Pietro Macchione «Dove finisce Milano», 31 racconti di treno, tram, periferia. Ed ecco la novità di questi giorni. Libreriamo, social book magazine dedicato alla promozione della lettura (www.libreriamo.it), lancia il Pendolibri 2013, un e.book pubblicato e condiviso gratuitamente su Internet. Un’occasione per i 10 milioni di pendolari italiani di scrivere i loro racconti.

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