Non solo fatalità

L’AZZARDO di una manovra. Nebbia compagna sinistra e ricorrente nelle mattinate di tragedia sulle strade, sulle ferrovie. Non spiega la tragedia di Chiuro, in Valtellina. C’è dietro la realtà annosa, incancrenita di un’arteria, l’unica che colleghi la Valtellina con il resto del mondo, asfissiata ogni giorno da un traffico che non riesce più a metabolizzare. […]

L’AZZARDO di una manovra. Nebbia compagna sinistra e ricorrente nelle mattinate di tragedia sulle strade, sulle ferrovie. Non spiega la tragedia di Chiuro, in Valtellina. C’è dietro la realtà annosa, incancrenita di un’arteria, l’unica che colleghi la Valtellina con il resto del mondo, asfissiata ogni giorno da un traffico che non riesce più a metabolizzare. È la vecchia Statale 38. Per una sessantina di chilometri si snoda in parallelo con una tratta ferroviaria a binario unico. Abbinamento sinistro. Accade così che un banale tamponamento faccia da innesco a un dramma tanto spettacolare da apparire incredibile. Fatalità, certo, ma non solo. La banalità di un incidente su una strada al collasso si fa dramma. E sulla 38 si muore ancora.

La nuova Statale, quella che dovrebbe soppiantare l’anziana consorella. Quattro anni per realizzare poco più di 9 chilometri, da Colico e Cosio, consumati in una odissea di espropri, risarcimenti ai proprietari, avvitamenti fra contratti agrari e comodati, lavori e pause. Promessa di consegna (l’ultima di tante) per luglio 2013. Con questa velocità di crociera ci vorranno quindici, vent’anni per raggiungere Sondrio, una trentina per approdare a Tirano. Quasi come per l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, se non fosse che laggiù la distanza è molto maggiore. E qui, che diamine, siamo in Valtellina. Almeno così ci dicono.