NON SCORDATE il rinoceronte, potrebbe risultare fastidioso. Provare per credere chiedendo a un cuoco cremonese in pensione, appassionato del Po, che dopo le piene ama percorrere le sponde alla ricerca di qualche tesoretto restituito dal Grande Fiume. Così, all’inizio di luglio, l’emulo di Indiana Jones scopre nella zona di Spinadesco il cranio di un rinoceronte preistorico. Il cercatore si affretta a consegnare il prezioso reperto al Museo Paleontologico di San Daniele Po. È integro, ben conservato, salvo il piccolo e trascurabile dettaglio dell’ultimo molare sinistro mancante. Titoli sui giornali, interviste, ospitata a Uno Mattina. Poi le luci della notorietà si spengono e si accendono quelle della legge. Sì, perché la Procura di Cremona indaga il nostro pensionato: avrebbe violato il codice dei beni culturali per non avere segnalato il ritrovamento nel tempo limite di 24 ore e sarebbe privo della necessaria autorizzazione per la ricerca archeologica. In più, gli viene perquisita la casa. Nemesi paleolitica. Cosa avrebbe fatto Indiana Jnes se si fosse trovato al posto del suo epigono? Avrebbe impugnato la frusta e fatto sfracelli. Più quietamente, il fiumarolo si è affidato a un avvocato, sicuro di far valere le sue ragioni, a cominciare da quella della buona fede e della incolpevole ignoranza della legge. Forse, neppure aveva capito bene cosa aveva per le mani. Si trattava di un fossile della specie Stephanorhinus kirchbergensis (un premio a chi riesce a ricordarlo a memoria), per gli amici rinoceronte di Merck. Roba grossa. Troppo grossa per poterla dimenticare.
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