Noi, quelli col libro in treno diventati mosche bianche

SONO ABITUATO a leggere in treno. Leggere libri, si capisce. Da tempo, però, ho l’impressione che non siamo in molti ad avere conservato questa bella e utile abitudine. Salvo gli studenti che vedo la mattina impegnati in frettolosi ripassi (ma al ritorno scatta l’ora degli i.Pad) e qualche signore un po’ avanti con gli anni, […]

SONO ABITUATO a leggere in treno. Leggere libri, si capisce. Da tempo, però, ho l’impressione che non siamo in molti ad avere conservato questa bella

e utile abitudine. Salvo gli studenti che vedo la mattina impegnati in frettolosi ripassi (ma al ritorno scatta l’ora degli i.Pad) e qualche signore un po’ avanti con gli anni, non ne vedo altri intenti a sfogliare un buon libro. Sarà un segno dei nostri tempi, dove trionfano internet e tecnologie?

Gianfranco, Varese

«BISOGNEREBBE avere sempre qualcosa di sensazionale da leggere in treno», consiglia Oscar Wilde in uno dei suoi aforismi, mentre Francis de Croisset, scrittore, drammaturgo e librettista francese, ci riserva una riflessione profonda: «La lettura è il viaggio di chi non può prendere il treno». Viaggiare con un libro, viaggiare grazie a un libro. All’apparenza, oggi tutto concorre a fare perdere il gusto, vorremmo dire il piacere spirituale e insieme quasi fisico che si ricava da una buona lettura. In circostanze e momenti diversi. Soli nello scompartimento, mentre dal finestrino scorrono le immagini di paesaggi sconosciuti: vuoi mettere, invece, le emozioni che come piccole scintille si sprigionano dalle pagine di un libro? Oppure sul solito treno pendolare, mentre si ripete il copione di ritardi, soppressioni, attese. Se la lettura appassiona, si ha la sensazone di astrarsi dal tempo e dalla spazio, di fluttuare, quasi di scomparire. Per poi ogni tanto alzare gli occhi sui compagni di pena ferroviaria e osservarli con una punta di orgoglio, perché i poverini non sanno quello che si perdono.

Il lettore un po’ si dispiace del nostro mondo ipertecnologico. Cogliamone gli aspetti positivi. Pensiamo agli ebook che, d’accordo, a quelli della nostra generazione negano il piacere tattile del contatto con la carta, ma che possono rappresentare un grande incentivo alla lettura. E poi smartphone, computer, e-reader e altre geniali diavolerie, non possono aiutare a leggere? Sarebbe bello (pura utopia?) se qualche treno portasse con sé una biblioteca viaggiante, a disposizione dei passeggeri. Passiamo ad altro. Dopo la mail di un lettore, Trenitalia precisa sulle modalità d’ingresso nei FrecciaClub Trenitalia. «Non è vero che possono accedervi soltanto gli abbonati al servizio. L’ingresso è consentito ai titolari Cartafreccia Oro e Platino che abbiano o che intendano acquistare un biglietto del treno, ai possessori di un biglietto Frecciarossa Executive o Av salottino e a titolari di un Carnet 10 viaggi di 1a classe o livello Business, con la relativa prenotazione. Anche i titolari CartaFreccia Base possono accedere acquistando un abbonamento semestrale, annuale o un carnet 10 ingressi».

gabriele.moroni@ilgiorno.net