Mantova figli di un sisma minore

MANTOVA e il Mantovano sono lì. Con quei numeri che, nella loro arida evidenza, rendono in tutto il dramma che il terremoto ha provocato in uno dei più dolci e fascinosi angoli d’Italia. Con le centinaia di imprese industriali, agricole, commerciali messe in ginocchio. Con le 120 chiese lesionate, i venti campanili che vacillano in […]

MANTOVA e il Mantovano sono lì. Con quei numeri che, nella loro arida evidenza, rendono in tutto il dramma che il terremoto ha provocato in uno dei più dolci e fascinosi angoli d’Italia. Con le centinaia di imprese industriali, agricole, commerciali messe in ginocchio. Con le 120 chiese lesionate, i venti campanili che vacillano in attesa che le loro ferite vengano curate. Con i 415 sfollati, di cui 370 attendati, ancora fuori casa. Eppure del sisma mantovano non si parla. Dimenticato, verrebbe da dire. La fortunata coincidenza che le due scosse di maggio siano state incruente non deve fare scordare l’entità del dramma di una provincia e della galassia di piccole, significative comunità che la compongono. Ecco allora sindaci, parlamentari, politici lanciare, si spera non al vento, un «anche noi siamo terremotati», triste rivendicazione di essere a loro volta parte della sciagura.

ECCO l’amministrazione provinciale varare un piano di comunicazione con il duplice obiettivo di lanciare e portare avanti una campagna informativa e di raccogliere fondi per la ricostruzione del territorio. Uno slogan: «Il terremoto ha colpito anche in Lombardia». Malinconico e paradossale eppure necessario. I mantovani si trovano nella necessità di propalare, propagandare, divulgare la loro disgrazia dopo essere stati oscurati dalla forte comunicazione riservata (giustamente, doverosamente, vorremmo specificare) alla tragedia dell’Emilia-Romagna. Non dimenticare Mantova e una terra dove da generazioni vive gente silenziosa, laboriosa, fiera. Scrigni d’arte. Fascino segreto di centri storici che si schiudono all’improvviso. Sirene suadenti per un turismo che ora sente squillare i campanelli della crisi. Campagne dove l’agricolo entra da subito in filiera con il comparto industriale. Questa è Mantova. Unica e irripetibile, in un cuore, riposto ma pulsante da secoli, della Lombardia. Mantova non può essere dimenticata. Per tutto quello che rappresenta e deve continuare a essere.

gabriele.moroni@ilgiorno.net