L’inverno sale in treno. E come sempre è un guaio

Spetta al capotreno modificare la temperatura del treno adattandola alla temperatura esterna. Ebbene, anche questa mattina (martedì 14 ottobre – ndr) il capotreno del regionale 20256 deve averci provato, ma visto che su almeno tre carrozze il riscaldamento non funzionava, la sua buona volontà non ha sortito risultati. Poiché l’inverno è alle porte, auspicherei che la solerte Trenord effettuasse i dovuti interventi di […]

Spetta al capotreno modificare la temperatura del treno adattandola alla temperatura esterna. Ebbene, anche questa mattina (martedì 14 ottobre – ndr) il capotreno del regionale 20256 deve averci provato, ma visto che su almeno tre carrozze il riscaldamento non funzionava, la sua buona volontà non ha sortito risultati. Poiché l’inverno è alle porte, auspicherei che la solerte Trenord effettuasse i dovuti interventi di manutenzione. Simona Vercesi, Stradella

«MA SE CI CONTASSI sarei io quella che crede ai tre porcellini e al lupo», è la conclusione della mail di Simona Vercesi, da anni nostra affezionata corrispondente. Dopo una estate pazza, dominata da Giove Pluvio, e un sorprendente mese di settembre, questo uggioso ottobre ci sta conducendo alle porte dell’inverno (forse, per rispetto e timore reverenziale, lo si dovrebbe scrivere con la maiuscola). Tornano puntualmente i problemi che Simona e gli altri pendolari ci segnalano da tempo immemorabile. Se andassimo a frugare nell’archivio della memoria e in quello (certamente meno labile) cartaceo, troveremmo le stesse lamentele che si rincorrono e si ripetono, con le descrizioni, agghiaccianti in tutti i sensi, di treni dove i pendolari vanno a ibernarsi. Ci piacerebbe che di qui a qualche settimana Simona ci scrivesse che si è scoperta a credere alla favola del lupo e dei tre porcellini. Significherebbe che i suoi amici dell’Oltrepò non hanno più alcun motivo di lagnanza. Come sarebe bello tornare a credere nelle favole. Chissà. Adesso vorremmo inviare un saluto, Forse non raggiungerà mai i destinatari, ma lo facciamo lo stesso, con molto affetto. E’ diretto ai pellegrini del treno 14330 partito mercoledì da Brescia per Lourdes e rimasto fermo per quindici (15) ore e più nella stazione di Ventimiglia per l’assenza di un locomotore che il vettore francese Sncf avrebbe dovuto garantire in modo che il viaggio potesse continuare in Francia. Spiegazione. I locomotori di Trenitalia non possono avanzare in territorio francese e anche i treni italiani diretti a Lourdes devono effettuare un cambio di locomotore nella stazione di Ventimiglia. Ma il locomotore d’oltralpe non si è materializzato. Il nostro treno è potuto ripartire solo alle 10.15 di giovedì. A bordo viaggiavnao 600 pellegrini. Vista la destinazione, immaginiamo che fra loro ci fossero anche persone malate, anziane. Il personale di Trenitalia le ha assistite, ha fornito cibo e acqua. Il locomotore italiano (sottolineiamo italiano) è rimaso in funzione per l’intera nottata e a bordo non sono mancati riscaldamento e luce.

gabriele.moroni@ilgiorno.net