DAGLI AMICI pendolari ci arrivano numerose segnalazioni. Ritardi, guasti, lentezze dei treni. Quella che pubblichiamo di seguito è una mail diversa, un po’ particolare. Ce l’ha inviata Guido Rolla, che dopo avere abitato a Villasanta oggi vive a Tregasio. Rolla è una viaggiatore del vecchio e quasi leggendario «Besanino». «La mia – ci ha scritto presentandola – non è una segnalazione di protesta, né una segnalazione di un disservizio ma un racconto veritiero di come ho conosciuto la persona che amo». Leggetela. Ne vale la pena.

«TRENO delle 19.14 da Milano Porta Garibaldi a Villasanta. Era un giorno di piena estate quando ci incontrammo per la prima volta. Faceva caldo e il vecchio Besanino non aveva l’aria condizionata. Io, in camicia bianca, abito scuro gessato e in perenne ricerca di un sogno con il nodo alla cravatta troppo stretto sul colletto; tu, in scarpe da ginnastica, maglietta verde e due occhi con tutto il mondo dentro. Non ci conoscevamo e non avevamo appuntamento. Eppure da quel giorno, quei sedili in fondo a sinistra della prima carrozza, erano diventati il nostro ritrovo. 
È passato un po’ di tempo prima di conoscere i nostri nomi, intanto, ci bastava guardarci negli occhi, ci bastava sentirci vicini anche senza bisogno di parlare e sperare di vederci reciprocamente salire prima dell’ultimo fischio. Ai lati, lungo i finestrini, scorreva lenta la Brianza che sapeva già di casa nostra. Pensavo molto a quel tempo (…). Giocavo a pensare a cosa sarebbe stato. Non ci misi molto a capire che il futuro stava proprio seduto nel posto di fronte al mio e tutti i giorni alla stessa ora mi riservava un posto. Era il treno del ritorno ma il biglietto sarebbe stato di sola andata. C’è una bellezza che non grida, che rifugge l’ostentazione, che non chiede approvazione, una bellezza piena, che si completa nell’infinita semplicità della sua esistenza. C’è una bellezza che non necessita degli occhi di chi la guarda. Una bellezza silenziosa (…) che contagia chi la osserva. C’è una bellezza pulita, che non inganna e non si impone ed è al contempo così forte. Questa è una storia nata sul treno che attraversa la Brianza».
Guido Rolla Un «grazie» a Guido che ci ha offerto questa storia semplice, pulita, bella. 
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