ESISTE. La mafia a Milano esiste e prospera. È vero. Risulta difficile per ora trovare un raccordo fra la criminalità mafiosa, che con gli anni si è data nella metropoli una connotazione sempre più manageriale, e azioni come la bomba carta e il proiettile negli uffici del comitato di quartiere alla Barona (ieri, proprio mentre era riunita la Commissione Antimafia) o il replicarsi di attentati contro le sedi del Pd. Attenzione però. Azioni come queste, se per il momento possono sfuggire a una etichettatura precisa, rivelano l’esistenza di una zona grigia dove il confine fra la criminalità comune e quella di livello superiore è quanto mai evanescente e vago. Esiste un sottobosco che trova alimento e reclutamento nel clima di omertà e violenza di cui sono permeati (non va sottaciuto) zone e rioni di Milano.

Il timore è che tutto questo rappresenti il banco di prova, l’apprendistato, il debutto di una nuova criminalità che potrebbe passare, se non lo ha già fatto, nelle file mafiose come in quelle ’ndranghetiste. È questo il vero pericolo. Da non sottovalutare. Da temere. Da affrontare.