Fin da piccolo il treno mi affascina. Con mio padre durante le vacanze mi trovo spesso nelle stazioni di Lugano e Locarno a recuperare rottami di ferro e il passare dei treni mi entusiasma, specie i merci. Quando lo speaker annuncia le stazioni così lontane, Zurigo, Basilea, Francoforte, Colonia, immagino tutto il viaggio. Poi passano gli anni eil treno lo vedo solo in casa sui modelliniLima, fin quando lo riutilizzo perla leva militare . Ma ora vengo a tempi più recenti. Carlo Barri, Cantù (Como)
Spiace di essere costretti a sintetizzare la mail a cui il nostro lettore ha dato un titolo significativo: “Io e il treno”. Una vita in treno. Gli anni dell’infanzia, dell’adolescenza, del treno fascinoso.
Siamo ai tempi nostri, a volte indigesti. Nel 2016 vacanza alle Cinque Terre, utilizzando le ferrovie. In dicembre l’azienda del lettore si trasferisce a Lecco. Carlo decide di viaggiare in treno. Tutto abbastanza bene all’inizio. Ma … «Nei giorni di pioggia qualche ritardo per i passaggi a livello bloccati, acqua che nei vecchi AL n668 drena dal tetto verso i sedili. Ma la cosa che più mi stizzisce è il livello di sicurezza, specie nelle carrozze lontane dal macchinista. Un compagno di viaggio di Cantù un giorno mi insegue a Lecco dicendo di non avere soldi per mangiare e di prestargli 5 euro che me li avrebbe restituiti il lunedì successivo. Niente. La settimana dopo me ne chiede altri e passa alle minacce. Il capotreno se ne accorge e avvisa la Polfer di Lecco, la quale ci preleva dal treno e
ci rinchiude, separati, nei due uffici. Il poliziotto comincia a farmi domande strane, tipo che collegamenti avessi con questa persona, a guardare se avessi dei precedenti penali, ecc. Così per un
mese decido di andare in auto per fare calmare le acque». Arrivano i Besanino, treni silenziosi, confortevoli. Ma la tragedia di Pioltello, il 25 gennaio di quest’anno, sembra segnare uno spartiacque negativo. «In febbraio iniziano i ritardi, a seguire continue soppressioni, aumentate specie nel mese di giugno, alla fine delle scuole, controlli dei biglietti praticamente una volta al mese e i controllori in qualche caso rischiano botte per riscuotere qualche euro. Io che rischio di prendere botte da una signora di colore per avere aiutato il controllore a farle pagare il biglietto. Il 18.07 da
Lecco, che sarebbe il treno più appetibile per i pendolari, non lo si può più prendere perché, dovendo poi aspettare a Valmadrera il corrispondente da Milano, si perde sempre la coincidenza del 18.36 diretto a Cantù-Como. Treni sostituiti sugli annunci da bus che poi non si vedono per ore. Un vero peccato. Quanti possono permettersi di lavorare variando continuamente gli orari per dribblare tutte queste inefficienze?». [email protected]
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