Arrivato al compimento del trentennale di pendolarismo, mi spiace constatare che la maleducazione dei viaggiatori è sempre più dilagante. Per una volta non è colpa di Trenitalia. Si vede che chi sale in treno si porta dietro la maleducazione che manifesta anche a terra. Peccato. Una volta, con tutti i problemi che c’erano, il treno era anche un luogo di simpatici incontri, di conoscenze, di amicizie. Gianfranco, Varese

E lo può essere ancora, a patto di sapersi scegliere i compagni di viaggio. Con le sue riflessioni il lettore ha anticipato la nostra risposta: chi è maleducato lo è sempre, a terra e in treno, in aereo, in nave, su una zattera.
Proviamo a identificare le tipologie del maleducato ferroviario. Sono varie. Incominciamo dalle categorie classiche, quelle consegnate alla storia e alla tradizione della maleducazione ferroviaria. Il frega-posto, che non rispetta la prenotazione obbligatoria. Il pettegolo, razza mai avviata all’estinzione, che una volta insediato prova l’irrefrenabile esigenza di raccontare dall’inizio la sua giornata di lavoro, condendo il tutto con osservazioni personali, gossip e altro, sostenuto da una inesauribile logorrea: un vicino che risulta già indigesto sulle brevi e medie percorrenze, ma che può rivelarsi esiziale sulle lunghe distanze. Aggiungiamo, a proposito di categorie eterne e ineliminabili, il tenore e il soprano che cantano sopra le righe dello spartito per l’intera durata del viaggio.
Fin qui siamo nel solco della tradizione. La carica dei nuovi (nuovi si fa per dire, perché agiscono e colpiscono ormai da anni) maleducati è guidata dai possessori di telefonini. Dal momento che solo una minoranza di italiani, tanto esigua da poter essere raccolta in un club, non possiede il cellulare, i ferro-maleducati hano potuto tranquillamente allignare e proliferare. Suonerie laceranti. Conversazioni a voce alta. Non è necessario tendere l’orecchio per essere informati degli impegni di lavoro del compagno di viaggio, delle sue passioni sportive, delle questioni casalinghe, dell’andamento scolastico dei figli. Tanto che a volte si vorrebbe inervenire con un consiglio, un suggerimento dettato dall’esperienza di chi ha già vissuto gli stessi problemi.
Pazienza, amico lettore, e cerchiamo di continuare a vivere il nostro treno come un luogo di amicizie.
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