Il lavoro silenzioso di tanti ferrovieri eroi

Come figlio di un ex ferroviere ho molto apprezzato l’iniziativa del Giorno perché fosse assegnato l’Ambrogino d’oro a Carlo Di Napoli e Riccardo Magagnin, i due giovani capitreno aggrediti con un machete. Credo che sia giusto ricordare anche l’impegno silenzioso di tutti ferrovieri delle nostre linee, che operano in condizioni spesso difficili, in orari notturni, […]

Come figlio di un ex ferroviere ho molto apprezzato l’iniziativa del Giorno perché fosse assegnato l’Ambrogino d’oro a Carlo Di Napoli e Riccardo Magagnin, i due giovani capitreno aggrediti con un machete. Credo che sia giusto ricordare anche l’impegno silenzioso di tutti ferrovieri delle nostre linee, che operano in condizioni spesso difficili, in orari notturni, a volte a contatto con personaggi poco raccomandabili. Ricordiamoci di loro.

Roberto, Varese

Carlo e Riccardo, due ragazzi meravigliosi, vera immagine dell’Italia migliore, hanno dichiarato, per primi, che consideravano la Benemerenza civica assegnata non solo a loro ma a tutti i colleghi. Hanno espresso il loro impegno perché non si ripetano in futuro episodi come quello che li ha visti protagonisti e vittime. L’interminabile, toccante standing ovation con cui, la mattina della cerimonia, il pubblico del teatro Dal Verme ha salutato i due giovani capitreno era diretto a tutti i ferrovieri. È vero quello che scrive il nostro lettore: ferrovieri, uomini e donne, svolgono un lavoro oscuro, silenzioso, troppo spesso misconosciuto, a bordo dei treni, in piccole stazioni, in fermate che nelle ore serali si trasformano in avamposti di frontiera.

La motivazione della Benemerenza assegnata a Carlo e Riccardo non dimentica la categoria: “Ferrovieri dipendenti di Trenord hanno subito l’11 giugno 2015 l’indegna aggressione di cinque giovani della gang ecuadoregna MS13. Il capotreno Carlo Di Napoli, mentre compilava la contravvenzione per mancato possesso dei biglietti, veniva aggredito: durante la colluttazione veniva gravemente ferito a un braccio. Riccardo Magagnin, collega del ferito, pur essendo fuori servizio, interveniva prontamente e veniva colpito alla testa subendo un trauma cranico. Esempi di coraggio, di tutela della legalità e di abnegazione professionale. Carlo Di Napoli e Riccardo Magagnin ricevono l’omaggio e la gratitudine di Milano e di tutti i viaggiatori cui quotidianamente assicurano insieme ai colleghi assistenza e tutela”.

E non scordiamoci della Polizia ferroviaria. Ogni anno i 4mila agenti della Polfer scortano circa 150mila treni. Effettuano servizi antirapina e antiborseggio. E tutelano l’ordine pubblico, soprattutto in occasione di trasferte delle tifoserie. Eppure ci si ricorda poco di loro. Quando arrestano i violenti. Quando bloccano un rapinatore, un ladro, un evaso. Quando ritrovano i ragazzini fuggiti di casa e li riconsegnano alle famiglie. Fino a quando un poliziotto non sacrifica la vita. Emanuele Petri, caduto sul treno Roma-Arezzo in un conflitto a fuoco con i brigatisti Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi, portava la divisa della Polfer e l’ha fatto fino all’estremo sacrificio.

gabrielemoroni51@gmail.com