Il Giorno torna in carrozza contro disagi e disservizi

Si  continuano a evidenziare (sulla linea Milano-Mortara-Alessandria) problematiche relative alla scarsa manutenzione sul materiale rotabile (carrozze passeggeri) che si manifestano in carrozze con riscaldamento spento o con temperature da savana africana. A queste carrozze si sommano quelle troppo sovraffollate o con porte di salita-discesa e intercomunicazione tra le carrozze fuori servizio. Su alcuni treni (per […]

Si  continuano a evidenziare (sulla linea Milano-Mortara-Alessandria) problematiche relative alla scarsa manutenzione sul materiale rotabile (carrozze passeggeri) che si manifestano in carrozze con riscaldamento spento o con temperature da savana africana. A queste carrozze si sommano quelle troppo sovraffollate o con porte di salita-discesa e intercomunicazione tra le carrozze fuori servizio. Su alcuni treni (per esempio il 2542) si nota una riduzione delle carrozze passeggeri alla quale non corrisponde una diminuzione dell’utenza o una ridistribuzione sui già affollati treni precedenti. Stefano Garza, Mortara

DUNQUE, dove eravamo rimasti? Il grande e mai abbastanza rimpianto Enzo Tortora ci perdonerà l’innocente furto di una delle sue frasi più famose. Il dialogo con i pendolari della Lombardia non si è mai interrotto. Diventa da oggi più personale e diretto con la ripresa della rubrica «Vita da pendolare», che appparirà su Il Giorno ogni lunedì. Una rubrica nata negli anni, negli inverni terribili di un passato impossibile da dimenticare, quando il «caso» del trasporto ferroviario lombardo esplose in termini anche drammatici. Il Giorno fu accanto ai pendolari, alle loro esigenze, li affiancò nella loro giusta protesta, senza mai rinunciare allo sforzo di una informazione completa e obiettiva, che desse la parola a tutti gli interlocutori in campo. Sarà la «vostra» rubrica, amici pendolari. Uno spazio a vostra completa disposizione perché sarete voi a riempirlo con le vostre email. Noi siamo felici di offrirvelo.

Dove eravamo rimasti, amico Stefano Garza che ogni mattina viaggia dalla nebbiosa Lomellina alla volta di Milano? Eravamo rimasti ai problemi di una delle linee più sacrificate. Problemi vecchi e sempre nuovi. Manutenzione carente delle carrozze. All’interno gelo o caldo tropicale. «Portoghesi» indisturbati. Sale d’aspetto latitanti.  Il passato dovrebbe insegnare qualcosa. Nel mese di marzo 2011 il giudice di pace di Vigevano invitò le ferrovie a risarcire i viaggiatori che si ritenevano danneggiati dai disservizi quotidiani. Paradossale, per non dire farsesco, quanto accaduto un giorno di dicembre del 2009 alla stazione di Abbiategrasso quando i pendolari, estenuati dall’attesa di un treno che pareva svanito e finalmente si era materializzato ma senza accennare a ripartire, si sostituirono al capostazione e ottenero il semaforo verde. Così fra fatiche, stress e crisi di nervi.

Vita da pendolare.

gabriele.moroni@ilgiorno.net