NON SPARATE sulla nutria. Neppure a Bozzolo. Il sindaco Giuseppe Torchio firma un’ordinanza nella quale dà il via libera all’abbattimento delle nutrie anche con l’impiego di armi da fuoco. Motivo: nel paese di don Primo Mazzolari proliferano, si moltiplicano al punto che l’uso delle gabbie non è sufficiente. Gli amministratori di Bozzolo forse non conoscono un racconto di Dino Buzzati su una famiglia ridotta in schiavitù dai topi, ma sono pressati dalle lamentele dei residenti: nutrie dappertutto, nei giardini a scuola, persino nelle case. Ecco firmata l’ordinanza con la libertà di sparo. Ma Cremona, oltre ai violini di Stradivari, al torrone, al ricordo di Tognazzi, all’inchiesta sul calcioscommesse, ospita anche l’Associazione amici della Nutria.

Il presidente, Remo Scandolara, impugna l’ordinanza, contesta un presunto illecito, chiede l’intervento della procura e del tribunale di Mantova. Il sindaco Torchio replica, con padana pacatezza, che per contrastare l’invasione dei castorini ha semplicemente applicato un mai contestato Piano di contenimento. Michela Vittoria Brambilla si fa fotografare sulla sua pagina Facebook con in braccio la nutria Maraya e lancia un appello contro le «crudeli stragi». Il post conquista 4mila condivisioni e solleva anche critiche, come quella di chi scrive: «Le nutrie creano grossi problemi agli argini dei corsi d’acqua, inutile pensare di addomesticarle, cara Brambilla».
E guerra (della nutria) sia.

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