LA GIUSTIZIA SPORTIVA preme sull’acceleratore in materia di calcioscommesse, salvo rimediare epiche figuracce. Quella penale applica, al contrario, la virtù cardinale della prudenza. Paradigmatica l’assoluzione che il Tribunale Nazionale dell’Arbitrato Sportivo (Tnas) ha pronunciato per AlbertoMario Fontana, trentottenne ex portiere di Torino, Palermo, Novara, condannato in primo e in secondo grado a 3 anni e 6 mesi di squalifica. Nelle motivazioni che lo riconoscono totalmente estraneo, il Tnas bacchetta severamente la giustizia sportiva intesa come Disciplinare e Corte federale di Giustizia. E saetta come non si possa «non rilevare come le motivazioni addotte prima dalla Disciplinare e poi dalla Corte di Giustizia federale costituiscano un classico esempio di motivazione assente e travisata.  Ciò vuol dire che la valutazione di (inesistenti) “prove” non è avvenuta nell’ambito di un rigoroso processo logico-deduttivo, ma sulla base di una non difficoltà di immaginazione». Fuori dalle perifrasi leguleie: assenza di motivazioni, inesistenza di prove, accuse fondate sull’immaginazione (e sulle dichiarazioni del superpentito Carlo Gervasoni, definito soggetto «da prendere con le molle» e personaggio «per il quale non doveva costituire un grave problema di coscienza “mettere in mezzo” un innocente per conseguire un utile personale»).

A CREMONA le indagini calcio malato proseguono. Accertamenti. Proroghe. Almir Gegic, in odore di manipolazione di una quarantina di incontri, rimane ospite del carcere di Ca’ del Ferro. Nell’ordinanza che gli nega la libertà il gip Guido Salvini ricorda ai frettolosi che «gli indagati da interrogare sono ancora molte decine» e le indagini «sono ben lontane dalla conclusione».