Il regionale 2165 Milano Centrale-Arquata Scrivia viaggia in queste settimane di caldo torrido in condizioni che hanno dell’inimmaginabile. I vagoni (vetusti e a doppio piano) sostano per parecchie ore fuori dalla stazione sotto il sole prima di essere portati sul binario di partenza. Questo, unito alla quasi totale mancanza di aria condizionata (dove è installata risulta guasta), genera temperature degne di un inferno dantesco. Simona Vercesi, Stradella

SIMONA VERCESI conclude così la sua mail: «Ogni sera si assiste a malori e a colpi di calore tra i passeggeri che, poco avvezzi a queste disagevoli modalità di viaggio, si sono avventurati sul treno senza acqua o un ventaglio. Una condizione vergognosa per l’azienda che la propone e avvilente per la clientela pagante che la subisce cui sarebbe opportuno porre rimedio». Simona, pendolare dell’Oltrepò Pavese, è da molti anni una nostra affezionata, assidua corrispondente. Nel mese di luglio del 2003 (esattamente dodici anni fa, cara Simona, dodici anni di treni) ci scriveva per segnalare, senza perifrasi né mezzi termini, le magagne sulla linea Stradella-Pavia-Milano e sulla Voghera-Pavia-Milano: «Le carrozze sono rimaste lerce come a gennaio, febbraio, marzo. Due settimane fa era scomparsa la littorina Stradella-Bressana delle 7.27. Le carrozze con l’aria condizionata sono l’1% di quelle viaggianti sulla tratta (ad essere ottimisti)». Nel luglio dello scorso anno aveva invece documentato (con foto) i lucernari gocciolanti e le vistose pozze d’acqua sui sedili del «suo» treno 2165. Ci siano permessi queste due citazioni non perché vogliamo promuovere una raccolta di scritti della nostra Simona da raccogliere in una antologia del malessere pendolare, ma perché sono una testimonianza eloquente di un disagio che si rinnova a ogni estate. Caldo torrido (appesantito quest’anno dalla indigesta presenza di Flegetonte), treni vetusti, aria condizionata assente o in tilt, carrozze-sauna. L’impressione (ma non è solo una impressione) che ci arriva dalla nostra pendolare è quella dell’immutabilità: gli anni scorrono, le stagioni volgono, le estati si susseguono, i problemi rimangono. Cosa dire a questo punto? Nulla. Assegniamo a Simona Vercesi il Premio Fedeltà alla nostra rubrica. Il premio alle ferrovie può aspettare. [email protected]