ABITO in provincia di Cremona e devo proprio concludere che dal punto di vista ferroviario questa è una città molto sfortunata. Di recente, una classifica di Legambiente ha giudicato la linea Milano-Codogno- Cremona-Mantova (la mia, da tanti anni) fra le dieci peggiori in Italia. E qualche giorno fa la linea Cremona-Piacenza è stata soppressa.
Roberto, Cremona

PROPRIO COSÌ, caro lettore cremonese. I rintocchi del De Profundis sono risuonati una settimana fa. Dallo scorso lunedì, infatti, gli ultimi quattro treni attivi sulla linea ferroviaria Cremona-Piacenza (inaugurata il 28 ottobre 1933, in coincidenza con l’anniversario della Marcia su Roma) sono sostituiti da bus. Sui trenta chilometri di percorso, i tempi si dovrebbero allungare di venti minuti. È stato calcolato che il flusso di viaggiatori fra le due province era di 700 persone al mese, una trentina al giorno. Secondo Regione e Trenitalia insufficienti per coprire i costi. Negli anni era stato attuato un taglio progressivo delle corse, fino alle quattro superstiti: 5.32 e 7.12 da Cremona per Piacenza, 6.34 e 7.59 da Piacenza per Cremona. Erano le uniche sopravvissute alla sostituzione con i bus attuata nel 2011 su una tratta che fermava anche a Caorso, Monticelli e Castelvetro. Per riportare l’attenzione su questa tratta, Legambiente Lombardia ed Emilia Romagna, insieme alle sedi di Piacenza e di Cremona e la Fiab (Federazione Italiana Amici della bicicletta) dei due capoluoghi  hanno organizzato una particolare iniziativa, in programma il 15 marzo : da Cremona e da Piacenza partiranno in contemporanea due biciclettate che si incontreranno a metà strada, nel Comune di Caorso, per manifestare tutti insieme chiedendo la riapertura della tratta. In quell’occasione Legambiente lancerà una proposta per il rilancio di questo percorso ferroviario, che prevede la messa a gara europea della gestione della linea che attraversa il Po.

Del poco lusighiero primato della Milano-Codogno-Cremona-Mantova si è molto parlato in questi giorni e non solo per la classifica di Legambiente. Marco Guarneri, pendolare cremonese, ha tracciato come ogni anno il bilancio dei suoi dodici mesi a bordo del treno. «Annus horribilis», visto che il nostro pendolare ha dovuto subire ben 1.411 minuti di ritardo, come a dire oltre 23 ore: una giornata intera. Tanti disservizi hanno provocato gli inevitabili contraccolpi. I pendolari hanno fatto sentire la loro voce. C’è stato un incontro fra Andrea Bertolini, rappresentante degli Utenti Trasporti Pubblici, e il viceprefetto di Cremona. Bertolini ha consegnato un documento sugli ultimi casi di malarotaia e chiesto un «intervento istituzionale» presso Regione Lombardia e Trenord. Le richieste. Materiale rotabile all’altezza di un servizio pubblico. Sostituzioni con treni più efficienti e comodi. Riscaldamento e condizionamento funzionanti. Soppressione della fermata di Lodi, servita dai treni della linea Piacenza-Milano o, in alternativa, aumento a dieci carrozze dei treni dal momento che i posti a sedere e in piedi risultano insufficienti. Ripristino delle fermate di Castellucchio e Bozzolo, in provincia di Mantova. Servizi igienici decenti e adeguata pulizia delle carrozze.

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