Copia e incolla: a Mantova giustizia in tilt

A MANTOVA la giustizia si blocca non per colpa di arretrati, carichi di lavoro eccessivi o cronica lentezza, ma per decreto. Accade infatti che il decreto del governo, approvato il 6 giugno, inserisca la città dei Gonzaga fra quelle colpite dal sisma di maggio. E’ previsto che vengano celebrati solo i processi con persone in […]

A MANTOVA la giustizia si blocca non per colpa di arretrati, carichi di lavoro eccessivi o cronica lentezza, ma per decreto. Accade infatti che il decreto del governo, approvato il 6 giugno, inserisca la città dei Gonzaga fra quelle colpite dal sisma di maggio. E’ previsto che vengano celebrati solo i processi con persone in carcere oppure colpite da misure cautelari, le udienze di convalida di arresti e fermi, i giudizi per direttissima e quelli per la convalida dei sequestri. Tutto il resto è congelato fino al 31 dicembre. Ma ecco il paradosso italico: il tribunale mantovano non ha subito alcun danno, l’attività potrebbe andare avanti, alla faccia del sisma. Invece la navicella della giustizia si arena nelle secche delle cause bloccate. Il procuratore Antonino Condorelli lancia l’allarme: «Ci sono duemila processi penali e quattromila cause civili fermi. Se si dovessero concedere altri rinvii sino a giugno 2013, le difficoltà attuali si trasformerebbero in tragedia. Il governo ha copiato la norma prevista per il terremoto a L’Aquila, ma qui la situazione è diversa: non ci sono danni alle strutture giudiziarie». E via sulla china del grottesco. «Si è rinviato – estrae dal florilegio della casistica il procuratore – il processo per omicidio volontario in Corte d’Assise, compiuto nel Mantovano, nei confronti di un uomo cinese ancora a piede libero». E se la ride, innalzando i suoi ringraziamenti al cielo, al terremoto e non solo. Sono sospese anche le udienze per il rinvio a giudizio, sempre che non riguardino detenuti. Per la gioia dei reprobi e lo scoramento degli innocenti. Mentre Palazzo Te riapre, guarit da tutte le ferite, i palazzo di giustiza si ammala, colpito dal morbo del copia e incolla normativo. «Mantova non è L’Aquila», dice il procuratore. Ma a Roma lo sapranno?

gabriele.moroni@ilgiorno.net