Addio a Mario Lodi: una vita con i bambini

SE N’È ANDATO il “maestro di Vho”. Mario Lodi si è spento a 92 anni nella sua casa di Drizzona, nel Cremonese. Il maestro Lodi prende congedo da una lunga, intensissima vita di insegnante e pedagogista, che ha sempre posto al centro il bambino. Nasce a Piadena il 17 febbraio 1922. In carcere per motivi […]

SE N’È ANDATO il “maestro di Vho”. Mario Lodi si è spento a 92 anni nella sua casa di Drizzona, nel Cremonese. Il maestro Lodi prende congedo da una lunga, intensissima vita di insegnante e pedagogista, che ha sempre posto al centro il bambino. Nasce a Piadena il 17 febbraio 1922. In carcere per motivi politici durante la guerra, nel 1948 è insegnante nelle scuole elementari di San Giovanni in Croce. Entra in contatto con il Movimento di Cooperazione educativa che, richiamandosi agli insegnamenti di Célestin Freinet, sostiene come il bambino sia portatore di una cultura che va stimolata con ricerche sul campo, attività espressive, scrittura di storie e libri. Una cultura infantile che una società civile deve saper riconoscere e accogliere. Nel 1956 è trasferito alle scuole di Vho, dove rimane per 22 anni. Scrive libri di narrativa (“Bandiera”, “Cipì”, “La mongolfiera”), alcuni in collaborazione con i piccoli alunni, altri sulla sua esperienza pedagogica (“C’è speranza se questo accade al Vho”, “Il paese sbagliato”, “Cominciare dal bambino”, “La scuola e i diritti del bambino”).

PER 3 ANNI

dirige a Piadena la Scuola delle creatività, dove bambini dai 3 ai 14 anni sperimentano con gli adulti le più varie forme di creatività. Nel 1989, con i proventi del Premio internazionale Lego, ristruttura una cascina abbandonata a Drizzona, dove si trasferisce per fondare la Casa delle Arti e del Gioco, attiva ancora oggi, meta di insegnanti e scolaresche. È il suo grande laboratorio. Lì si sperimenta, si realizza, dallo scarabocchio alla composizione più complicata e il protagonista è sempre il bambino.  Il tempo che trascorre non fiacca il suo impegno. La notizia di un sondaggio che rivela come i ragazzi preferiscano la tv ai libri lo amareggia e gli fa scrivere il romanzo “La TV a capotavola” e lanciare la campagna “Una firma per cambiare la TV” (ne vengono consegnate 550mila al presidente della Repubblica). Nascono i libri “Cara TV con te non ci sto più”, scritto con Albert Pellai e Vera Slepoj e “A TV spenta. Diario di un ritorno”. «I ragazzi – ripeteva Mario Lodi – sono come la carta assorbente, assorbono tutto. Ma a differenza della carta assorbente ci ridanno indietro anche l’inchiostro».