Un sisma diverso

È IL TERREMOTO della porta accanto. Oppure come potremmo chiamarlo? Non si era mai sentito che venisse sfollata una strada perché c’era il pericolo che le case sprofondassero e si fosse seguito il criterio di allontanare gli abitanti delle case con i numeri civici pari ma non quelli con i numeri dispari. Eppure c’è qualcosa […]

È IL TERREMOTO della porta accanto. Oppure come potremmo chiamarlo? Non si era mai sentito che venisse sfollata una strada perché c’era il pericolo che le case sprofondassero e si fosse seguito il criterio di allontanare gli abitanti delle case con i numeri civici pari ma non quelli con i numeri dispari. Eppure c’è qualcosa di simbolico in questo criterio, perché quasi rappresenta questo terremoto che non riguarda tutti, che ha fatto disastri o salvato secondo un disegno indecifrabile. E’ il terremoto che si è preso la vita di un operaio ma non quella del compagno che gli era accanto. Nel caso dello sgombero di San Carlo, il paese che sta affondando, sono stati portati in salvo gli abitanti dei numeri pari, perché quelli dell’altra parte della strada, secondo i tecnici, non rischiano di essere inghiottiti dalla terra. E speriamo sia vero. C’è qualcosa di diverso in questo sisma che ha devastato il cuore dell’Emilia. Non parlo della compostezza della gente, che qui non è abituata a lamentarsi, non parlo del castello distrutto, della rocca, della torre, semmai di quella casa che ora è un cumulo di mattoni mentre le abitazioni che ha attorno sono intatte, come se non ci fosse mai stata quella notte da incubo di una settimana fa.

UNA STRADA viene chiamata zona rossa e non ci si può avvicinare, nella strada accanto i ragazzi fanno la movida come fosse una sera come tante. E’ un terremoto che ha una doppia faccia e si fa vedere poco, infatti il circo mediatico ha già tolto le tende, le telecamere che erano nella piazza del Comune a Sant’Agostino se ne sono andate, erano arrivati anche i cinesi. E’ un terremoto avaro di immagini e in questo mondo se non hai nuove immagini, non interessi. Ma noi lo diciamo con chiarezza, se anche dovessimo rimanere soli, ci saremo e continueremo ad esserci accanto a chi ha perduto la casa, il lavoro o un proprio caro. Noi non vi lasceremo soli, statene certi. E continueremo a dare voce a quanti hanno bisogno di ascolto, a cominciare da quelli che hanno perso il lavoro e sono migliaia.

I PROSSIMI giorni ci daranno la stima dei danni, che in parte sono stati provocati dalla natura e in parte, come sempre succede in questi casi, sono l’inevitabile risultato di scelte, se non scriteriate, azzardate dell’uomo, che ha costruito sul letto del fiume e adesso scopre che quei terreni sono diventati sabbie mobili, dove affondano le case. Così questo sisma, in parte è uguale a quelli che abbiamo già visto, in parte ha tratti di originalità, che ci obbligano ad apprendere nuove dure lezioni.